Architetture in Acciaio n° 38

La rivista italiana dell’architettura e delle costruzioni in acciaio

Osservare una architettura dal punto di vista della materia spesso consente di sviscerare la natura dell‘edificio e di esaminarne aspetti non solo tecnologici”.

Da sempre, con Archea Associati, abbiamo ricercato un approccio emozionale alla matericità dell‘edificio che non è semplice rivestimento, mera solidità strutturale, pura necessità oppure applicazione standard. Il materiale è una possibile strategia di esecuzione di un concept ben preciso che raccoglie le esigenze del cliente, il contesto di esecuzione, il budget a disposizione e soprattutto una chiara idea comunicativa.

Fin dagli esordi la convinzione che ha sempre guidato i progetti dello studio è stata la capacità di un edificio di dialogare con il tessuto urbano, con l‘ambiente rurale e soprattutto con gli individui che ne diventeranno fruitori. La scelta di un materiale ha in sé quindi un qualcosa di definitivo: il chiaro disvelarsi di un‘idea.

Lo studio Archea Associati opera là dove arte, architettura e produzione industriale si incontrano, collaborando con artisti e instaurando un rapporto non solo con il materiale ma anche con chi lo produce.

I metalli in particolare, nei loro variegati impieghi e prestazioni, costituiscono per l’architettura contemporanea quella costante che nel passato era rappresentata dalla inevitabile consistenza muraria di ogni edificio e di ogni contesto urbano. Ovviamente tutto ciò ha una genesi e una specifica ragion d’essere nella possibilità per il mondo delle costruzioni di accedere, con sempre maggiore facilità, all’uso di tecnologie che dalla rivoluzione industriale in avanti hanno accelerato processi e metodi costruttivi. E se in antichità i materiali da costruzione dovevano essere per necessità più prossimi alla metamorfosi di elementi naturali, da Eiffel in poi viene dimostrato come l’acciaio possa offrire all’umanità la possibilità di travalicare qualsiasi confine fino ad allora conosciuto nel campo delle costruzioni.

Con l’utilizzo dei metalli – e grazie alla loro incredibile capacità di resistenza a trazione – il progetto architettonico ha potuto sovvertire l’assioma della gravità riuscendo a sospendere in alto intere parti di edifici resi così incredibilmente leggeri. Un filo rosso, anzi, un “solido cavo d’acciaio” che lega Viollet-le-Duc e Paxton, Mies van der Rohe, Albini, Rogers, Foster attraverso uno scenario che non accenna ad esaurirsi e non conosce confini.

Nel nostro progetto per la storica casa di moda fiorentina Salvatore Ferragamo, pubblicato su queste pagine, l’utilizzo dell’acciaio risulta essenziale soprattutto nel nastro dal colore Rosso Ferragamo, posizionato al centro dell’area produttiva e che collega i due piani della fabbrica.

Questo grande scala è pensata totalmente in acciaio diventando un elemento iconico, che riprende metaforicamente il laccio delle scarpe, una forma ben riconoscibile in grado di creare un rapporto visivo costante, dall’alto verso il basso dell’edificio donando continuità al processo produttivo.

Come nella nostra esperienza il materiale spesso accorre in aiuto al progettista e permette, grazie alle sue caratteriste strutturali, di realizzare idee chiare che altrimenti sarebbero di difficile esecuzione.

Nelle pagine di questo numero ci interessa scoprire e comprendere quelle esperienze architettoniche che a partire dalle caratteristiche di un materiale hanno reso possibile opere che altrimenti non avremmo visto nella forma e nella sostanza in cui si presentano ai nostri occhi.

Laura Andreini, Architetto - Studio Archea