Uffici a Mello
La sopraelevazione di un tradizionale caseggiato in pietra, destinato ad uso uffici a Mello in Valtellina, è un chiaro esempio di come, anche alla piccola scala, sia possibile fare architettura mescolando innovazione e tradizione. Le forme semplici, i materiali naturali, ecosostenibili e recuperabili – quali acciaio, argilla e cemento pozzolanico – e gli interni essenziali vengono qui elevati dalla qualità, la cura dei dettagli e un contenuto di ricerca tecnologica che va oltre le soluzioni normalmente a catalogo.
Credit:
- COMMITTENTE: Privato
- PROGETTO: Davide Tarca - bioprogettazionetarca
- GENERAL CONTRACTOR: Tarca Costruzioni snc
- COSTRUTTORE METALLICO: Mazzoleni Carlo srl
- FACCIATA ESTERNA: Knauf
- IMMAGINI: Davide Tarca
L’estensione ricalca fedelmente l’impronta a terra dell’edificio esistente ma risulta al contempo sospesa e fluttuante grazie alla piattaforma leggermente aggettante su cui poggia. Il distacco estetico viene enfatizzato dal contrasto tra la pietra a spacco e la forma candida, eterea ed essenziale dell’elevazione soprastante, macchiata solo da una lama di corten che lo attraversa verticalmente, estraendone uno spigolo. La stessa logica architettonica di lame e tagli netti si ritrova all’interno, dove la scala metallica viene sottolineata da luci radenti, in perfetto stile industrial, così come il resto degli arredi essenziali e la pavimentazione in cemento pozzolanico levigato. La pianta libera viene garantita dalla struttura in acciaio, organizzata attorno a 5 pilastri perimetrali IPE 270, così come le travi perimetrali sul lato lungo, mentre gli orizzontamenti perpendicolari vengono risolti da HEA 160-180, sui quali poggia la lamiera grecata a vista.
I controventi a ginocchio e a croce di Sant’Andrea sono disposti specularmente su una delle due campate corte, mentre, in direzione opposta, i profili a V rovesciata contribuiscono anche a limitare la luce di inflessione libera delle travi IPE. La vela in acciaio autopatinabile, sorretta da tubolari 70x70x3, assolve compiti funzionali, oltre che stilistici, fungendo da oscuramento fisso – data l’esposizione delle vetrate a sud, vista valle – e da raccolta con scolo delle acque piovane tramite un suggestivo effetto cascata. La libertà architettonica viene accompagnata da un design sostenibile grazie alla scelta di sfruttare la capacità inerziale del pavimento e dei tamponamenti perimetrali in blocchi di argilla. Per effetto dell’accumulo termico della massa, l’attivazione dell’impianto viene limitata a sole circa otto/dieci ore per la stagione invernale. In fase estiva invece, le schermature mobili esterne proteggono dalla radiazione e la massa viene scaricata termicamente dalla ventilazione naturale, rendendo necessaria l’attivazione di deumidificazione e raffrescamento solo per dieci/dodici ore nel periodo caldo. La scelta di isolare l’edificio in maniera completa e massiva grazie alla fibra di legno e prediligendo i profili cavi – riempibili facilmente – per la struttura metallica, va nella direzione di limitare i ponti termici, come prescritto dallo standard edilizio Passiv Haus.
Un impianto ad alta efficienza composto da due split, VMC con recuperatore di calore e bypass, pompa di calore per ACS, un tetto verde a sedum, valori di trasmittanza sotto il limite di legge per il 75%, serramenti con tripli vetri basso emissivi e tenuta all’aria garantita da una chiusura a secco in lastre di cemento rinforzato garantiscono all’edificio un elevato grado di comfort, che si traduce anche in un risparmio di tipo economico nella sua gestione quotidiana. La coesistenza tra tecnologie moderne insieme a materiali semplici e antichi – reinterpretati in chiave contemporanea e sofisticata per le loro caratteristiche intrinseche – viene denunciata in maniera evidente all’interno, lasciando la finitura metallica della lamiera grecata all’intradosso del solaio e l’acciaio delle scale a vista. Questo approccio, quasi brutalista nella sua forza espressiva, ne fa un edificio manifesto, ispirazione di equilibrio tra progresso e tradizione.