Palais Campofranco

Il concept centrale del progetto è basato sul dialogo tra nuovo ed esistente: design contemporaneo e recupero architettonico si incontrano dando vita ad una corte, con spazio commerciale sotterraneo, che orbita attorno al secolare albero di Gingko-Biloba regalato dall’Imperatrice Sissi allo zio, l’Arciduca Heinrich, all’epoca proprietario della residenza.
L’albero è racchiuso in un vaso poligonale dalle misure imponenti e rivestito con pannelli metallici dello spessore di 4 mm verniciati a polvere e fresati sui bordi in corrispondenza delle pieghe di irrigidimento, al fine di ridurre il raggio di piegatura. Attorno a questa struttura contenitiva si sviluppa la scala a tenaglia che conduce all’interrato. Sulla corte si affacciano due importanti strutture, ognuna con le sue peculiarità. La prima, il bistrot, è un elemento simbolico per le sue lastre esterne in lamiera metallica che riprendono il disegno delle foglie del Ginkgo-Biloba. Le lamiere, applicate alle facciate vetrate strutturali di tamponamento, sono composte da pannelli di vetrocamera serigrafati. L’ingegnerizzazione di questi elementi complessi in officina ha permesso di ottimizzarne l’installazione garantendo una precisione assoluta: un’opera tailor-made che ha dato un significativo apporto ai progettisti e alle tempistiche di realizzo. Ingegnerizzazione anche per realizzare le strutture portanti in carpenteria metallica della copertura: profili composti saldati a progetto su cui poggiano lamiere grecate in acciaio, con getto integrativo, strato coibente, manto in pvc e tetto verde a completamento.

La linearità volumetrica del bistrot si confronta con il secondo volume, quello del ristorante, realizzato partendo dall’ampliamento del blocco porticato verso est del Palais Campofranco, con un piano interrato e due fuori terra. Undici elementi curvilinei in acciaio, costruiti con piatti saldati, avvolgono l’edificio partendo dalla sommità fino al livello della corte, dove si piegano con un andamento sinuoso e lievemente inclinato verso l’interno della costruzione. Tutta la struttura, compresi gli elementi secondari (in travi composte saldate e tubolari), è in carpenteria metallica, così come le scale di collegamento e le staffe su cui s’innesta la vela di facciata/copertura. La facciata vetrata è costituita da una doppia pelle: esternamente
è presente un vetro stratificato, mentre internamente è posta una vetrocamera basso emissivo; la ventilazione dell’intercapedine è garantita da un sistema di apertura centralizzato a lamelle, poste alla base e sulla sommità, azionate da una sonda che rileva la temperatura interna. In copertura, infine, sono presenti pannelli lignei e lamiere aggraffate metalliche. Il secondo piano interrato è invece destinato interamente all’impiantistica dei vari edifici della corte.

Cantiere & Disegni: