Polo Produttivo Biogen
La multinazionale statunitense Biogen ha trovato una nuova casa a Luterbach, nei pressi della città di Solothurn, centro dell’omonimo cantone svizzero.
Credit:
- COMMITTENTE: Biogen
- PROGETTO ARCHITETTONICO: Burckhardt Partner Architekten Generalplaner
- PROGETTO STRUTTURALE: Jacobs spa
- CONTRACTOR STRUTTURE E FACCIATE: Pichler Projects srl
- IMMAGINI: Oskar Da Riz, Pichler Projects srl
Il progetto, che ha portato l’azienda produttrice di farmaci biotecnologici a triplicare la propria capacità produttiva, ha avuto inizio dall’acquisizione del lotto edificabile, precedentemente occupato dalla cartiera Borregaard, alla fine del 2015. Con un investimento di 1,5 miliardi di Franchi Svizzeri e una superficie complessiva del lotto di 200.000 mq, Biogen ha scelto di realizzare uno stabilimento high-tech, sostenibile sia dal punto di vista delle tecnologie costruttive e del risparmio energetico sia dal punto di vista del consumo di suolo, demolendo e bonificando le strutture preesistenti. La realizzazione della costruzione ha creato 1.000 posti di lavoro, saranno 600 invece i nuovi dipendenti della Struttura. Il lotto si compone di due edifici produttivi multipiano, denominati BMC1 e BMC2 con annessi magazzino, laboratori ed uffici. Un edificio amministrativo trova collocazione al centro dello stabilimento, mentre un edificio servizi principale e ulteriori volumi di minore estensione ospitano un centro di controllo degli sprinkler ed unità energetiche d’emergenza. Elemento caratterizzante degli edifici è l’impiego di carpenteria metallica, il cui totale raggiunge le 13.000 tonnellate, per la creazione di moduli standardizzati che, combinati, creano forme via via più complesse. Le strutture in acciaio sono state ingegnerizzate e progettate ad hoc in officina, permettendo un’installazione in situ a tempo zero e una perfetta integrabilità con le facciate. Quest’ultime coprono 23.000 mq di superficie e sono di tipo ventilato e continuo. La scalabilità dei moduli strutturali e degli involucri apre a nuove future necessità tra le quali un’espansione del polo produttivo. Nel dettaglio gli elementi in acciaio sono di tipo laminato a caldo ad H e formano la maglia strutturale di travi-colonne, su cui poggiano solai prefabbricati e in lamiera grecata con getto collaborante ai livelli superiori. Le strutture in acciaio si sviluppano in altezza per tutti i piani degli edifici (quattro fuoriterra per i poli BMC1 e 2) e si collegano ai vani scala irrigidenti in cls. La maglia principale è concepita per ospitare agevolmente con agganci puntuali i moduli di facciata, che generano un piacevole effetto mutevole per le facciate, grazie all’alternanza tra pareti opache, lamiere microforate, vetri serigrafati e trasparenti che lasciano intravedere le strutture metalliche verticali. Con questo progetto, frutto di alta ingegnerizzazione e perfettamente rispondente alle norme costruttive svizzere, è stato possibile raggiungere una capacità produttiva di 10 tonnellate annue di farmaci associando all’high-tech una right-tech per la sostenibilità ambientale dell’intervento. Sin dalle fasi iniziali, infatti, il committente ha svolto un’analisi LCA per mappare e quantificare l’impatto ambientale dei suoi futuri stabilimenti. I test svolti hanno evidenziato che, utilizzando un approccio costruttivo green rispetto a tecnologie tradizionali, la domanda di energia sarebbe scesa del 79% mentre le emissioni di gas serra dell’83% per kilogrammo.