Politecnico di Torino
L’intervento di ristrutturazione e restauro conservativo delle Ex Fucine fa parte del più ampio progetto del Raddoppio del Politecnico di Torino, che vede il recupero del prezioso patrimonio di archeologia industriale delle Ex Officine Grandi Riparazioni.
Credit:
- COMMITTENTE: Politecnico di Torino
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Studio Valle Progettazioni srl, Proger S.P.a. R.P.A. Spa
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Seteco sas
- IMPRESA: ATI Ortolan srl, Bentini spa - Carpenteria Metallica: M.B.M. Spa, Zumaglini & Gallini Spa, Ferrovial Agroman Sa
- IMMAGINI: Le fotografie sono state scattate da Daniele Badolato e da Seteco sas
Le ex Fucine concorrono, insieme alle ex Tornerie, alla configurazione di un rinnovato scenario architettonico che definisce l’identità degli spazi didattici e scientifici del campus universitario. Il progetto ha visto la realizzazione di più edifici: nell’area del Lotto B è stata realizzata una grande piazza attorno alla quale si sviluppa un volume di 5 piani che ospita gli spazi per la didattica e i dipartimenti di Informatica Automatica ed Elettronica. All’interno di questo lotto, particolarmente interessante sul piano costruttivo e progettuale è la realizzazione degli edifici metallici di scavalco su corso Castelfidardo: un vero e proprio “ponte” tra il nucleo storico della facoltà di Ingegneria e l’area che diventerà il nuovo fulcro delle attività di ricerca. Ad orientare le scelte dei progettisti sono state le specifiche condizioni del contesto, nonché una serie di requisiti minimi richiesti dalla committenza. Il passaggio nel sottosuolo di un doppio tunnel ferroviario, oltre che di un’arteria viaria in superficie, ha comportato infatti una serie di vincoli sulle fondazioni, sulle modalità e sulle tempistiche di montaggio (carichi massimi sopportabili dall’impalcato di copertura del passante ferroviario, tempi di riapertura del Corso Castelfidardo, interferenze con gli altri cantieri per l’ampliamento e la sistemazione della nuova carreggiata del Corso Castelfidardo). La committenza chiedeva inoltre un’elevata flessibilità nella destinazione d’uso dei locali, comfort acustico, riduzione delle vibrazioni indotte dal traffico veicolare e ferroviario, elevate garanzie di durabilità ed ispezionabilità per le strutture in acciaio, infine: tempistiche molto ristrette di consegna e garanzie di protezione termica e dal fuoco anche in caso di incendio di un veicolo al di sotto delle strutture dell’edificio a ponte. Queste specifiche richieste hanno quindi indirizzato i progettisti a soluzioni costruttive in acciaio, poiché questo materiale è stato valutato come il più idoneo a soddisfare sia le richieste di resistenza, sia la flessibilità distributiva, sia tempi di realizzazione ridotti rispetto ai più tradizionali sistemi costruttivi. L’acciao, infatti, materiale straordinariamente versatile, associa alla possibilità della prefabbricazione e quindi ad una riduzione dei tempi di consegna, le peculiari doti di resistenza sismica. Senza il suo impiego sarebbe stato quindi molto difficile rispettare le molteplici esigenze di questo particolare cantiere. La struttura portante è realizzata con due travature reticolari, che distano l’una dall’altra 15.6 m e che sostengono cinque impalcati e un vano tecnico in copertura; il tutto si sviluppa da quota +7.15 a quota +25.90 m. Concepite come travi continue di tre campate, queste travature reticolari, (che presentano luci diverse l’una dall’altra), sono realizzate con campi tipo di 8 m di lunghezza e 6.78 m di altezza; a definire le aste di parete e di corrente sono profili a doppio T composti saldati, disposti ad anima orizzontale ed accoppiati fra di loro mediante fazzoletti di coprigiunto a loro volta saldati. E’ stato quindi possibile rispettare i vincoli architettonici, grazie a profili in cui lo spessore contenuto si coniuga con caratteristiche di efficienza strutturale; la modalità di collegamento adottata ha inoltre semplificato notevolmente le procedure di montaggio, rendendo possibile il preassemblaggio in officina e una drastica riduzione del numero di saldature da effettuare in cantiere. Le orditure di impalcato (da quota +7.15 a +14.40 m) sono direttamente collegate ai tralicci, mentre gli impalcati dei livelli superiori (da quota +19.20 a +25.90m) vengono sostenuti da un’orditura di colonne pendolari in HEA400. In direzione trasversale agli scavalchi, l’orditura portante è costituita da una travatura reticolare per i primi due piani e da travi a doppio T composte saldate per i piani superiori. Un capitolo a parte meritano i dispositivi di appoggio: la scelta della mescola di gomma e l’opportuna calibrazione degli spessori degli strati interni di gomma e acciaio nel nucleo dell’appoggio dovrebbe smorzare le potenziali frequenze di disturbo. Particolarmente degna di nota anche la sistemazione della piazza, con corpi illuminanti in acciaio che riprendono, nel disegno e nello slancio del profilo, gli elementi della struttura di scavalco. Le scelte costruttive e quelle progettuali si sono quindi mostrate efficaci sia in rapporto ai vincoli ambientali sia per i tempi ridotti di realizzazione.