Policlinico “Tor Vergata”

La scelta progettuale di base è stata, allora, quella di connotare volumetricamente il complesso sulle tre diverse funzioni coesistenti nella struttura: un corpo centrale, costituito da una grande “piastra”, alto quattro piani per la diagnosi e cura, due torri di undici piani complessivi per la degenza ed un terzo edificio, alto 8 piani, con funzioni di collegamento tra le altre torri. Entrambe le torri delle degenze sono affiancate da due corpi bassi, su sei livelli fuori terra, destinati a locali per la ricerca e la didattica. Infine, un percorso, ma soprattutto un segno architettonico, rappresentato da una galleria vetrata che attraversa funzionalmente l’intero apparato collegandolo con l’edificio della Facoltà di Medicina. Sono stati scelti sistemi costruttivi improntati alla massima industrializzazione ed al sicuro reperimento del materiale. Si è cercato inoltre di avere la massima flessibilità plano-volumetrica, per consentire l’adattamento del progetto nel tempo. Sul piano invece della sicurezza strutturale, si è tenuto conto delle particolare esigenze di un complesso ospedaliero anche in materia di protezione civile. Sottolineando la scelta, fin dalle prime fasi di progettazione, di realizzare strutture con requisiti di resistenza alle azioni sismiche, sia pure di bassa intensità, pur non essendo la città di Roma, all’epoca dell’inizio della costruzione (anno 1996), inserita come zona sismica nella zonizzazione della vigente normativa.

Tale scelta si è poi rilevata lungimirante, tenuto conto che con l’evoluzione delle normative la città di Roma è stata infine classificata come a rischio sismico per zone a bassa intensità a partire dall’anno 2003, anno in cui iniziata la costruzione dell’ultima Torre delle degenze, progettata appunto in accordo con gli ultimi requisiti dettati dalla normativa. In base ai criteri di impostazione sopra richiamati sono state definite le principali tipologie strutturali, adottando come ossatura principale una serie di intelaiature in profilati metallici, di facile reperibilità in sagome e misure standardizzate. Queste particolarità, associate ai noti requisiti di resistenza dell’acciaio come materiale strutturale, hanno reso possibile l’ottimizzazione degli spessori degli orizzontamenti, consentendo la realizzazione di solai privi di travi emergenti all’intradosso, con evidenti ricadute positive in termini di flessibilità delle distribuzioni planimetriche degli ambienti e delle relative esigenze impiantistiche. Le strutture portanti di tutti gli edifici, sia “Piastra” che “Torri”, sono costituite da una ossatura principale di travi e pilastri in profilati metallici della serie HE o IPE, in funzione delle relative esigenze strutturali, disposti in generale su una maglia planimetrica orizzontale quadrata. Le strutture secondarie sono travi in c.a. e solai di tipo semiprefabbricato alleggeriti e gettati in opera per la piastra e lastre prefabbricate in c.a.p. autoportanti per il solaio a quota –4,52m. Tutti questi getti sono organizzati in modo da rivestire completamente anche le travi principali in profilati metallici. Le strutture secondarie delle “Torri” sono invece costituite da travi trasversali in profilati metallici e solai in lamiera grecata di tipo collaborante ad aderenza migliorata (“Hi-bond”), con getti in opera di c.a. collaborante e sono integrati da controventi orizzontali metallici a “croce di S. Andrea”.

I nuclei scale e ascensori, in c.a., hanno funzione di nuclei irrigidenti generali per l’intero sistema portante intelaiato. La flessibilità tipologica dei profilati metallici ha reso più agevole la realizzazione del notevole numero di cavedii e passaggi verticali nei solai, sia per esigenze architettoniche sia per quelle funzionali. La flessibilità, la sicurezza e la bellezza sono le caratteristiche nelle quali si fonda il progetto di questo complesso.