Parco Tecnologico di Obidos
Nel 2010 il comune di Óbidos, storica cittadina a circa 100 km da Lisbona, lancia un concorso internazionale di architettura volto alla creazione di un nuovo polo tecnologico.
Credit:
- COMMITTENTE: Parque Tecnológico de Óbidos
- PROGETTO ARCHITETTONICO: Jorge Mealha
- TEAM DI PROGETTO: Andreia Baptista (coordinatore), Carlos Paulo, Diogo Oliveira Rosa, Filipa Ferreira da Silva, Filipa Collot, Gonçalo Freitas Silva, Inês Novais
- PROGETTO STRUTTURALE: José Ferraz & Associados – Serviços de Engenharias e Consultoria, Lda (costruttivo), José Gomes Ferraz, Lívio Oliveira, Bruno Santos
- IMPRESA: MRG Engenharia e Construção sa
- IMMAGINI: João Morgado
L’obiettivo è di progettare un edificio principale con una piazza centrale, attorno alla quale distribuire gli spazi da destinare alle start-up di piccole imprese. L’architetto Jorge Mealha vince il concorso con un progetto che si pone con estremo rispetto nei confronti del territorio circostante. Mealha si ispira innanzitutto ai cosiddetti “Terreiros”, spazi pubblici caratteristici della campagna portoghese che tipologicamente si configurano sia come luoghi senza forma definita, che come spazi completamente integrati agli edifici. È in questi luoghi, estremamente versatili, che durante l’anno si organizzano cortei, mercatini e concerti. Un’altra importante fonte di ispirazione per il progettista sono stati i chiostri delle grandi strutture religiose presenti nella regione, grazie alla forte interazione visiva tra interno ed esterno che li contraddistingue.Il risultato finale è un’opera di grande effetto: un polo tecnologico, di oltre 4.000 mq di superficie, in acciaio, simile a un’enorme cornice adagiata al suolo, caratterizzata da geometria semplice e forme essenziali.
Lo spazio aperto al piano terra è delimitato da due grandi parallelepipedi inglobati nel terreno che diventano parte integrante del paesaggio. Al piano primo, un edificio sospeso in acciaio, supportato da soli sei punti di appoggio, sembra fluttuare: potrebbe essere definito come un grande “chiostro” quadrangolare che delimita lo spazio filtrando la prospettiva sia verso l’interno che verso l’esterno, grazie alle facciate in acciaio e vetro.
La distribuzione delle funzioni vede la collocazione degli spazi di relazione al piano terreno e degli uffici al piano primo. Di grande importanza è stata la scelta dei materiali utilizzati: tra questi l’acciaio si è rivelato grande protagonista di tutto il progetto.
Le pareti interne del piano terra sono realizzate in cemento grezzo, in contrasto con quelle esterne rivestite con pannelli di acciaio autopatinabile (corten) che con il suo colore bruno ricorda quello della terra.Il corpo quadrato al primo piano è costituito da travature reticolari in acciaio, assemblate per creare quattro prismi svuotati e interconnessi. Qui, l’accessibilità di ogni spazio avviene da un percorso posto a ridosso del perimetro interno e protetto da un’enorme superficie vetrata.
Le strutture portanti del chiostro sono in profili HE ed IPE per travi e pilastri mentre gli elementi diagonali sono profili cavi in acciaio, giuntati sia attraverso saldatura che bullonatura. L’acciaio viene utilizzato anche per i rivestimenti esterni del piano primo, dove i pannelli microforati lo fanno apparire come avvolto da una membrana bianca, leggera e trasparente. I solai, infine, sono realizzati in lamiera grecata con getto collaborante, mentre lamiere bugnate costituiscono i piani di calpestio.