Mirafiori Design Center
Siamo nell’area torinese di Mirafiori, una vasta superficie un tempo occupata dagli stabilimenti della Fiat e di recente sottoposta ad una serie di interventi di dismissione che hanno portato alla nascita del Centro del Design, realizzato su progetto di Isolarchitetti.
Credit:
- COMMITTENTE: Torino Nuova Economia spa
- PROGETTO ARCHITETTONICO E DL: Isolarchitetti srl
- PROGETTO STRUTTURALE E DL: ICIS srl, SI.ME.TE. srl
- IMPRESA: ATI Zoppoli & Pulcher spa (mandataria), SE.PA.M. srl,Speirani spa
- IMMAGINI: Saverio Lombardi Vallauri (fotografie del finito), Isolarchitetti (fotografie di cantiere e disegni)
Due gli obiettivi della riqualificazione: il nesso con la memoria e la sostenibilità dell’edificio. Il capannone “Ex Dai” è stato infatti recuperato, mantenendo l’originaria struttura metallica e parte della copertura in lamiera, sotto la quale sono stati collocati i sei fabbricati di due livelli ciascuno, tre dei quali sono stati realizzati nella prima fase esecutiva. Le scelte costruttive e dei materiali hanno seguito il principio della sostenibilità, facendo dell’acciaio il principale interprete di questa rinascita. E’ infatti in acciaio la struttura metallica preesistente (colonne in acciaio tralicciate), che si è deciso di recuperare donandole un’immagine scenografica attraverso una colorazione in rosso satinato, definendo al contempo la geometria dell’intero complesso. Dal punto di vista strutturale, i nuovi moduli sono costituiti verticalmente da profili tubolari in acciaio (Ø 193,7 mm) e orizzontalmente da travi che si differenziano a seconda dei piani e delle luci: travi composte saldate di altezza pari a 780 mm e IPE 400 per il piano a quota 5,35 m; travi HEA 600 e IPE 400 per il piano a quota 10 m.
Esternamente i moduli sono invece rivestiti con materiali diversi: una scelta voluta per dare ritmo e maggiore personalità alla ripetitività dei blocchi. Il primo è stato rivestito con lastre di acciaio lucido, satinato e opaco, posate con la tecnica delle grandi scaglie e lungo linee poste a 45°; il blocco centrale è stato invece rivestito con doghe di Iroko naturale riproponendo l’orientamento a 45°; il terzo, infine, è rivestito da lastre di pietra high-tech di colore nero, posate a corsi alternati, con finitura lucida e satinata. Le strutture portanti in acciaio hanno reso possibile una rapida cantierizzazione, attraverso il montaggio dei singoli moduli e, allo stesso modo, hanno permesso di creare ambienti flessibili, collegati reciprocamente da una serie di passerelle aeree che costituiscono una sorta di terrazzo coperto. Per unire i vari moduli sono stati realizzati due connettivi in acciaio, costituiti da un impalcato con sovrastante struttura di copertura. L’impalcato, sostenuto da colonne in tubolari Ø 193,7 x 8 mm, è formato da un graticcio di travi HEA 260 e HEB 260 sulle quali poggia un solaio realizzato in lamiera grecata e getto collaborante. La copertura è costituita invece da profili cavi circolari di vari diametri (244,5 / 152,5 / 127 mm); in corrispondenza delle colonne sono disposti dei tiranti metallici. Dal punto di vista estetico, l’identità del progetto è affidata soprattutto alla struttura metallica rossa e al sistema connettivo in tubolari di acciaio, definito “dragone tecnologico”, che si inserisce tra i volumi al cui interno trovano posto le aule, i laboratori e gli uffici.