Headquarters BNL – Gruppo BNP Paribas
La nuova sede per uffici di BNL si pone come punto di svolta per il rinnovamento del quartiere di Roma Tiburtina, posto nel quadrante est della Capitale. Con questo intervento lo studio di architettura 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo mira a dare una trasformazione concreta sia dal punto di vista delle esigenze funzionali, sia per quanto riguarda gli ambiti della riqualificazione urbana, della viabilità e del potenziamento dei servizi.
Credit:
- COMMITTENTE: BNP Paribas Real Estate Property Development spa
- PROGETTO ARCHITETTONICO, URBANISTICO PRELIMINARE E DEFINITIVO; PROGETTO PAESAGGISTICO: 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo
- PROGETTO ARCHITETTONICO ESECUTIVO E COORDINAMENTO: Starching
- PROGETTO STRUTTURALE: Ing. Mauro E. Giuliani - Redesco Progetti srl
- PROGETTO IMPIANTI: Ariatta ingegneria dei sistemi srl
- GENERAL CONTRACTOR: Parsitalia
- COSTRUTTORE METALLICO: M.B.M. spa
- FACCIATE: Stahlbau Pichler srl
- IMMAGINI: Luc Boegly (principali 3,4 - galleria 7,8), Oskar Da Riz (principali 1,2 - galleria 1-6), Redesco Progetti srl (cantiere), M.B.M. spa (cantiere)
Adiacente al complesso della stazione ferroviaria per l’alta velocità, il lotto di progetto si estende secondo una forma allungata (circa 260 m lungo l’asse nord-sud) e molto stretta (40 m circa a est-ovest) per una superficie totale di 7.335 mq. L’impianto planimetrico dell’edificio si caratterizza, di conseguenza, per una forma longilinea (221 m) sviluppata in verticale per un totale di 12 piani fuori terra (con quota d’ingresso pari a 6,9 m) e 4 interrati, raggiungendo un’altezza di 52,1 metri. La testata sud dell’edificio assume la morfologia tipica della prua di una nave, con una rastremazione in pianta ed in elevazione. Nell’ottica di una costruzione altamente sostenibile, il progetto prevede strategie tecnologiche ed impiantistiche, attive e passive, volte all’ottenimento della certificazione LEED.
Carattere generatore dell’edificio è quello che i progettisti definiscono il principio del “Giano Bifronte”, secondo il quale entrambe le facciate lunghe devono essere considerate di egual rilevanza; l’utilizzo di differenti tipologie di facciata, che si alternano rapportandosi al contesto procedendo lungo l’asse principale, è legato non solo al fine estetico ma anche a quello funzionale con l’obiettivo di assicurare elevati livelli di comfort e di benessere all’interno di tutti gli ambienti di lavoro. Le chiusure verticali sono costituite da una facciata ventilata in ceramica a nord-est che si alterna ad un sistema a doppia pelle (facciata strutturale in acciaio con parti vetrate a camera singola) verso sud. Dal punto di vista strutturale i 4 piani interrati sono realizzati da piastre di solaio piene in calcestruzzo sostenute da pilastri e da paratie di contorno. Su di essa poggiano le strutture di elevazione che, a partire dalla quota del piano d’ingresso, sono contraddistinte da schemi tridimensionali molto complessi articolati da elementi in carpenteria metallica (in acciaio di classe S355J0). Complessivamente la maglia strutturale principale può essere ricondotta ad uno schema di dimensioni di circa 12 x 9 m, in cui la luce maggiore è coperta da travi alte 60 cm, e quella minore da solai che poggiano direttamente su di esse senza necessità di travi secondarie. Questi ultimi sono realizzati con soluzione collaborante in cls gettato su lamiere grecate con nervature profonde (12 cm getto + 20 cm di nervature), che si inseriscono in sezione, in corrispondenza delle parti piene garantendo i transiti impiantistici nelle forature delle anime delle travi.
I pilastri d’acciaio sono suddivisi in principali (tipo HD400) e secondari (tipo HEB360 e HEB300). Su di essi si innestano le travi attraverso vincoli di tipo a cerniera, tali da non sovraccaricarle con elevate azioni di momento flettente per il sisma. Il progetto è stato ottimizzato per garantire un risparmio economico derivante dalla razionalizzazione delle quantità di materiale impiegato: non dovendo applicare la gerarchia delle resistenze al nodo trave-colonna, è stato possibile prevedere dei collegamenti più snelli ed economici.
Elementi complessi, come la porzione di edificio posta a sbalzo verso sud ed il ponte centrale in corrispondenza del manufatto storico sottostante (la Cisterna Mazzoni, mantenuta per vincolo della Soprintendenza) sono sostenuti mediante importanti travature reticolari poste nel piano di facciata, rese più resistenti grazie all’utilizzo di elementi ad elevata classe di resistenza S460N. Nel complesso il progetto realizza circa 75.000 mq disuperficie totale con l’utilizzo di circa 3.000 tonnellate di acciaio strutturale.