Borsa di Shanghai
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Il DDDPC, centro di calcolo per i prodotti finanziari derivati della Borsa di Shanghai (Shanghai Futures Exchange Derivatives Development and Data Processing Centre) è un complesso edilizio che si estende su un’area di 10 ettari nello Zhangjang Science Park, nell’area sudest di Shanghai. Il progetto porta la firma dell’architetto italiano Silvio D’Ascia, vincitore nel 2005, con il capogruppo AREP (Jean-Marie Duthilleul – Etienne Tricaud ) e S.M.A.D. (Shanghai Modern Architecture Design), del concorso internazionale di progettazione lanciato da Shanghai Futures Exchange. Si tratta di un vero e proprio villaggio al servizio della finanza, un polo tecnologico di nuova generazione costituito da 14 edifici che comprendono diverse funzioni: centro di calcolo dati, uffici, centro convegni con annesso hotel/residence, hall e spazi espositivi, centro sportivo e ricreativo, centro di ricerca & sviluppo e oltre 10.000 mq di parcheggio interrati. Gli edifici dunque sono raggruppati per attività di produzione, ricerca e svago, 90.000 mq organizzati in un masterplan di ispirazione digitale: la planimetria, infatti, richiama volutamente il layout della scheda madre di un computer in cui i percorsi di collegamento paiono i circuiti elettronici di un micro processore e gli edifici i componenti della scheda. Questo rimando alla tecnologia digitale è alla base del concept architettonico di questo immenso polo che ha dovuto confrontarsi anche con il vincolo di una densità di costruzione del 30% e la forte presenza di alcuni elementi naturali nel contesto circostante. Di qui, la scelta di un’architettura che cercasse il dialogo con l’ambiente e che esprimesse con il suo linguaggio l’essenza stessa del progetto: il valore della ricerca e della tecnologia per l’intera comunità. Il tutto quindi si presenta come un modernissimo campus in cui la scienza e la tecnologia non dominano la natura ma convivono con essa creando un ambiente fertile per la nascita di nuove idee; la presenza dell’elemento verde è quindi parte essenziale dell’intero progetto. Nel linguaggio architettonico studiato da D’Ascia trova spazio l’acciaio, combinato con altri materiali quali la terra cotta, il granito, il vetro. Di fronte all’ingresso principale, per esempio, sorge il Centro delle esposizioni (4.500 mq), la cui facciata principale è in terra cotta marrone, mentre il retro è rivestito con elementi metallici che ricordano lo schema dei chip informatici. La stessa ispirazione anche ad est del sito, dove si trova il Data Processing Centre (DPC), centro nevralgico del complesso e inaccessibile al pubblico. La sua funzione è rivelata da pannelli metallici grigio antracite in facciata, ritmati da aperture che ricordano, ancora una volta, i calcoli di un microprocessore. Il cromatismo scuro dato dai pannelli di rivestimento accentua il ruolo centrale di questo edificio e lo rende riconoscibile all’interno della gerarchia delle funzioni nel campus. Ad esso si contrappone, con la stessa logica della riconoscibilità giocata sul cromatismo, il centro sportivo, una scatola “dorata” accogliente e aperta a tutti. L’effetto cromatico è ottenuto 3 sempre grazie all’utilizzo di pannelli metallici che caratterizzano l’intero edificio conferendogli eleganza e leggerezza. Le aperture in facciata sono più regolari ma sempre rigorosamente geometriche e schematiche. “Il concept delle facciate degli edifici del DDDPC – spiega D’Ascia – trae la sua ispirazione dai celebri trigrammi cinesi. In realtà si tratta di composizioni geometriche basate sulle molteplici combinazioni di due tipi di rettangoli di lunghezza diversa disposti su tre linee parallele sovrapposte che simbolizzano valori umani e sociali, elementi della natura: la forza, la ricchezza, il potere, il fuoco, la terra, l’aria. Al momento della composizione delle facciate, l’idea è stata quella di prendere spunto proprio dalla geometria dei trigrammi per organizzare la trama delle bucature introducendo però una sorta di meccanismo “dissacrante” di slittamento delle composizioni geometriche originali a cui non era necessario fare riferimento specifico. Il dispositivo ha permesso inoltre di integrare nella trama delle bucature la grande quantità di griglie di ventilazione meccanizzata in entrata ed in uscita necessarie per i vari volumi funzionali”. I pannelli metallici utilizzati per le facciate conferiscono agli edifici un carattere contemporaneo di grande appeal e, grazie alla scelta accurata dei cromatismi, dialogano con gli altri materiali presenti nel progetto dando vita ad una composizione armoniosa.