Architetture in Acciaio n° 39
La rivista italiana dell’architettura e delle costruzioni in acciaio
In questo numero
Per una rinnovata cultura del costruire
L’architettura ha sempre cercato di estrarre dalla tecnologia costruttiva il meglio, manifestando la qualità del progetto nella sintesi perfetta tra meraviglia strutturale e linguaggio architettonico.
Il nostro paese, che ha una tradizione siderurgica molto antica risalente alla rivoluzione industriale, ha nel tempo però perso vicinanza e dimestichezza con questo materiale. Il mondo del progetto deve riavvicinarsi all’acciaio approcciandolo non solo come possibile tecnologia di costruzione ma facendolo tornare ad essere una manifestazione della nostra capacità di disegnare l’ambiente costruito, espressione di una visione che coinvolga l’attenzione all’ambiente, alle prestazioni degli edifici e alla loro fine vita.
I fattori che guidano la progettazione oggi sono sempre più vasti e partono da considerazioni di carattere ambientale, di impatto sociale e di valorizzazione economica, che rendono l’architettura sempre meno dipendente dall’aspetto geometrico-formale. Il concetto stesso di bellezza, per me, è oggi molto più esteso e profondo che in passato e deve esprimere “qualità della vita”. Questo non soltanto nel momento in cui il progetto architettonico si rivela ai suoi utilizzatori, ma anche nel suo comportamento durante tutto il ciclo della sua vita fino alla dismissione.
La flessibilità degli edifici e la loro capacità di adattarsi alle vicende umane sono divenuti principio cardine della progettazione. È un approccio nuovo, nel quale l’acciaio può essere uno strumento essenziale perché è l’unico materiale che consente una effettiva decostruzione con il recupero degli elementi strutturali che possono essere riciclati senza perdite prestazionali. Decostruire non vuol dire solo pensare alla fine vita degli edifici ma significa poterli adattare e aggiornare, stimolando una ricerca continua che coinvolga tutte le ingegnerie e stabilendo con esse un rapporto non solo strumentale ma di co-progettazione finalizzata alla qualità dell’edificio inteso come sistema e come organismo vivente. La scelta di una tecnologia di costruzione deve far parte della strategia progettuale di un architetto come scelta fondamentale della filiera di trasformazione del territorio, in coerenza con la riduzione di emissioni e consumi. Nelle costruzioni, l’utilizzo di materiali che siano riciclabili è ormai una necessità, e spero che presto diventi anche un obbligo, monitorato e certificato. L’acciaio è un materiale riciclabile al 100% e il nostro paese ha sviluppato nel tempo tecnologie d’avanguardia per il suo riutilizzo, mantenendone tutte le qualità per tutte le sue possibili infinite vite.
Per questo credo che imparare di nuovo a lavorare e progettare con l’acciaio sia una scelta consapevole e giusta.
Non si tratta di un approccio tecnico ma di una scelta profondamente culturale. Gli architetti, insieme al mondo delle ingegnerie, devono ritrovare l’orgoglio di manifestare la capacità di produrre linguaggi anche attraverso la scelta di modalità costruttive, senza inseguire espressioni puramente formali. Trasferire la sapienza della costruzione della struttura in acciaio nel progetto di architettura permetterà di riappropriarsi di questa tecnologia, per tornare a inventarla e a integrarla, non solo per gli evidenti vantaggi, ma anche per le grandi potenzialità che offre a livello linguistico. È importante ricostruire il valore, le capacità, il senso di futuro che contiene questo materiale per l’architettura, per l’ingegneria, per il mondo delle costruzioni.
Patricia Viel, AD, Partner di ACPV Architects
Ambassador della campagna di comunicazione sulla sostenibilità della costruzione in acciaio, progetto di FPA
L’architettura ha sempre cercato di estrarre dalla tecnologia costruttiva il meglio, manifestando la qualità del progetto nella sintesi perfetta tra meraviglia strutturale e linguaggio architettonico.
Il nostro paese, che ha una tradizione siderurgica molto antica risalente alla rivoluzione industriale, ha nel tempo però perso vicinanza e dimestichezza con questo materiale. Il mondo del progetto deve riavvicinarsi all’acciaio approcciandolo non solo come possibile tecnologia di costruzione ma facendolo tornare ad essere una manifestazione della nostra capacità di disegnare l’ambiente costruito, espressione di una visione che coinvolga l’attenzione all’ambiente, alle prestazioni degli edifici e alla loro fine vita.
I fattori che guidano la progettazione oggi sono sempre più vasti e partono da considerazioni di carattere ambientale, di impatto sociale e di valorizzazione economica, che rendono l’architettura sempre meno dipendente dall’aspetto geometrico-formale. Il concetto stesso di bellezza, per me, è oggi molto più esteso e profondo che in passato e deve esprimere “qualità della vita”. Questo non soltanto nel momento in cui il progetto architettonico si rivela ai suoi utilizzatori, ma anche nel suo comportamento durante tutto il ciclo della sua vita fino alla dismissione.
La flessibilità degli edifici e la loro capacità di adattarsi alle vicende umane sono divenuti principio cardine della progettazione. È un approccio nuovo, nel quale l’acciaio può essere uno strumento essenziale perché è l’unico materiale che consente una effettiva decostruzione con il recupero degli elementi strutturali che possono essere riciclati senza perdite prestazionali. Decostruire non vuol dire solo pensare alla fine vita degli edifici ma significa poterli adattare e aggiornare, stimolando una ricerca continua che coinvolga tutte le ingegnerie e stabilendo con esse un rapporto non solo strumentale ma di co-progettazione finalizzata alla qualità dell’edificio inteso come sistema e come organismo vivente. La scelta di una tecnologia di costruzione deve far parte della strategia progettuale di un architetto come scelta fondamentale della filiera di trasformazione del territorio, in coerenza con la riduzione di emissioni e consumi. Nelle costruzioni, l’utilizzo di materiali che siano riciclabili è ormai una necessità, e spero che presto diventi anche un obbligo, monitorato e certificato. L’acciaio è un materiale riciclabile al 100% e il nostro paese ha sviluppato nel tempo tecnologie d’avanguardia per il suo riutilizzo, mantenendone tutte le qualità per tutte le sue possibili infinite vite.
Per questo credo che imparare di nuovo a lavorare e progettare con l’acciaio sia una scelta consapevole e giusta.
Non si tratta di un approccio tecnico ma di una scelta profondamente culturale. Gli architetti, insieme al mondo delle ingegnerie, devono ritrovare l’orgoglio di manifestare la capacità di produrre linguaggi anche attraverso la scelta di modalità costruttive, senza inseguire espressioni puramente formali. Trasferire la sapienza della costruzione della struttura in acciaio nel progetto di architettura permetterà di riappropriarsi di questa tecnologia, per tornare a inventarla e a integrarla, non solo per gli evidenti vantaggi, ma anche per le grandi potenzialità che offre a livello linguistico. È importante ricostruire il valore, le capacità, il senso di futuro che contiene questo materiale per l’architettura, per l’ingegneria, per il mondo delle costruzioni.
Patricia Viel, AD, Partner di ACPV Architects
Ambassador della campagna di comunicazione sulla sostenibilità della costruzione in acciaio, progetto di FPA
L’architettura ha sempre cercato di estrarre dalla tecnologia costruttiva il meglio, manifestando la qualità del progetto nella sintesi perfetta tra meraviglia strutturale e linguaggio architettonico.
Il nostro paese, che ha una tradizione siderurgica molto antica risalente alla rivoluzione industriale, ha nel tempo però perso vicinanza e dimestichezza con questo materiale. Il mondo del progetto deve riavvicinarsi all’acciaio approcciandolo non solo come possibile tecnologia di costruzione ma facendolo tornare ad essere una manifestazione della nostra capacità di disegnare l’ambiente costruito, espressione di una visione che coinvolga l’attenzione all’ambiente, alle prestazioni degli edifici e alla loro fine vita.
I fattori che guidano la progettazione oggi sono sempre più vasti e partono da considerazioni di carattere ambientale, di impatto sociale e di valorizzazione economica, che rendono l’architettura sempre meno dipendente dall’aspetto geometrico-formale. Il concetto stesso di bellezza, per me, è oggi molto più esteso e profondo che in passato e deve esprimere “qualità della vita”. Questo non soltanto nel momento in cui il progetto architettonico si rivela ai suoi utilizzatori, ma anche nel suo comportamento durante tutto il ciclo della sua vita fino alla dismissione.
La flessibilità degli edifici e la loro capacità di adattarsi alle vicende umane sono divenuti principio cardine della progettazione. È un approccio nuovo, nel quale l’acciaio può essere uno strumento essenziale perché è l’unico materiale che consente una effettiva decostruzione con il recupero degli elementi strutturali che possono essere riciclati senza perdite prestazionali. Decostruire non vuol dire solo pensare alla fine vita degli edifici ma significa poterli adattare e aggiornare, stimolando una ricerca continua che coinvolga tutte le ingegnerie e stabilendo con esse un rapporto non solo strumentale ma di co-progettazione finalizzata alla qualità dell’edificio inteso come sistema e come organismo vivente. La scelta di una tecnologia di costruzione deve far parte della strategia progettuale di un architetto come scelta fondamentale della filiera di trasformazione del territorio, in coerenza con la riduzione di emissioni e consumi. Nelle costruzioni, l’utilizzo di materiali che siano riciclabili è ormai una necessità, e spero che presto diventi anche un obbligo, monitorato e certificato. L’acciaio è un materiale riciclabile al 100% e il nostro paese ha sviluppato nel tempo tecnologie d’avanguardia per il suo riutilizzo, mantenendone tutte le qualità per tutte le sue possibili infinite vite.
Per questo credo che imparare di nuovo a lavorare e progettare con l’acciaio sia una scelta consapevole e giusta.
Non si tratta di un approccio tecnico ma di una scelta profondamente culturale. Gli architetti, insieme al mondo delle ingegnerie, devono ritrovare l’orgoglio di manifestare la capacità di produrre linguaggi anche attraverso la scelta di modalità costruttive, senza inseguire espressioni puramente formali. Trasferire la sapienza della costruzione della struttura in acciaio nel progetto di architettura permetterà di riappropriarsi di questa tecnologia, per tornare a inventarla e a integrarla, non solo per gli evidenti vantaggi, ma anche per le grandi potenzialità che offre a livello linguistico. È importante ricostruire il valore, le capacità, il senso di futuro che contiene questo materiale per l’architettura, per l’ingegneria, per il mondo delle costruzioni.
Patricia Viel, AD, Partner di ACPV Architects
Ambassador della campagna di comunicazione sulla sostenibilità della costruzione in acciaio, progetto di FPA