The ED.G.E.

L’edificio appena completato accorpa in un unico blocco l’immobile del 1972 con l’edificio adiacente lungo viale Don Luigi Sturzo, realizzando un unico corpo di fabbrica di dimensioni notevoli, ad andamento orizzontale e fronte unico, rivolto verso quello che nella pianificazione della fine degli anni ‘60 era destinato a divenire Centro Direzionale. Il nuovo progetto, che ha ottenuto la certificazione LEED Platinum, recupera programmaticamente la dimensione urbana dell’intero isolato: due angoli sottolineano l’articolazione dei diversi volumi e dettano la relazione con l’affaccio prospiciente la città consolidata.

Dal punto di vista del lessico, l’edificio su viale Sturzo dialoga mimeticamente con l’architettura antica, a margine della città nuova, mediante un trattamento della pelle a cortina, mentre la parte che volge verso il centro cerca una dimensione discreta ed urbana,  con blocco autonomo. La morfologia del complesso di 22.600 mq di superficie si compone di volumi caratterizzati da facciate e altezze differenti, la cui dimensione è più simile a quelle di singoli Palazzi, come quelli della città storica, che non alla scansione ritmica monocorde dell’edificio.

Ogni lato assume in tal modo la propria caratterizzazione ed importanza a prescindere dal posizionamento e senza gerarchia: il nuovo lato Sud si caratterizza per la relazione con la grande corte verde e per il cannocchiale visivo verso il centro di Milano e la Fondazione Feltrinelli. Ogni corpo è dotato di roof top garden a quote diverse, sul quale possono affacciare gli spazi speciali del layout uffici. La flessibilità è valore consustanziale del progetto architettonico, in “The ED.G.E.” è riprodotta nella misura della modularità strutturale e di facciata, caratteristica che, al di là delle ragioni costruttive, contribuisce a realizzare una migliore modulazione nell’organizzazione dello spazio interno. Gli uffici sono infatti riconfigurabili a seconda delle esigenze e non obbligano gli utilizzatori a metrature fisse e schemi rigidi.

Operare all’interno di una preesistenza così consolidata nel panorama architettonico della stazione di Porta Garibaldi ha richiesto un attento studio per coniugare il passato con le nuove esigenze di progetto. Attraverso l’impiego di 860 tonnellate di carpenteria metallica è stato possibile intervenire realizzando sopraelevazioni, connettivi e porzioni ex novo in continuità con l’esistente.

Sul lato verso via D’Azeglio è realizzata all’ultimo livello una copertura in acciaio formata da un graticcio di travi HEB 260 e 300.
Per il corpo prospiciente viale Don Sturzo, colonne e travi HE si elevano a fianco di strutture cementizie esistenti, congiungendosi in sommità ad una sopraelevazione di tre livelli anch’essa in carpenteria metallica. Gli elementi che costituiscono queste strutture sono principalmente in profili laminati aperti HE ed angolari. Completa l’intervento un collegamento in carpenteria metallica e solai in lamiera grecata.

Il volume su via Tocqueville è realizzato ex-novo in carpenteria metallica, ad eccezione dei nuclei in c.a.. La maglia strutturale è costituita principalmente da colonne HEB 300 più travi HEB 260 e HEM 800, oltre ad angolari e travi composte saldate.