“The Corner”

Il progetto ha comportato la sopraelevazione di due piani dell’edificio esistente, il rifacimento di tutte le facciate, inclusi i fronti verso la corte interna e quelli del corpo basso, la riqualificazione dell’attacco a terra, con portici, della pensilina su Melchiorre Gioia e di tre hall; negli interni è stata effettuata una razionalizzazione del layout degli uffici. Nuovi spazi a terrazzi in carpenteria metallica sono stati realizzati sia in copertura sia al di sopra del corpo basso all’interno della corte. Tre le parole chiave che possono riassumere le scelte di progetto: rispetto della preesistenza, realismo magico, soft tech in chiave ambientale. Sorprende la capacità dell’edificio di rivelare una sorta di responsività rispetto alle sequenze delle facciate, su cui sembra giocarsi l’intera sfida progettuale, ora attraverso partiture rigorose, ora adamantine, realizzate con diverse tecnologie costruttive. I prospetti generano una scansione ritmica che sembra dialogare – lato per lato – attraverso stimoli diversi, veri e propri ossimori: dalle sequenze cromatiche chiaro/scuro, al trattamento diverso delle facciate pubblico/intimo, alla scelta progettuale piatto/rilievo.

Le soluzioni tecnologiche adottate per le facciate sono la risposta alle differenti condizioni climatiche e di contesto e definiscono l’articolazione di soluzioni tecniche ed architettoniche opportunamente differenziate per rispondere agli aspetti di sostenibilità del progetto. In una translitterazione in chiave lyotardiana del lessico, la matrice architettonica sembra dunque voler espungere una propria autonomia rispetto al contesto, ma anche rispetto a se stessa. Anche nel progetto degli interni, il rigore del concept denuncia un’intelligenza frontale allo stesso tempo sobria e contemporanea, in una visione lucidamente attonita del reale, magica e sospesa. In un gioco di luci e ombre, chiari e scuri, l’elemento tempo viene introdotto come fattore straniante rispetto a ciò che siamo abituati a percepire.

L’acciaio entra nel progetto e vi partecipa assecondandone lo spirito. In particolare per la scenografica scala esterna, che taglia verticalmente il complesso e parte dai terrazzamenti in grigliato e profili metallici zincati. Piano per piano diviene un elemento architettonico che non si nasconde. Le sopraelevazioni dal decimo livello presentano un’ossatura in carpenteria metallica con colonne in HEB 220 e travi UPN 260, con copertura in lamiera grecata e traversine in HEA 160 e IPE 220.
Alle strutture principali si agganciano i profili scatolari di facciata e gli elementi in acciaio dei terrazzi per un totale di 450 tonnellate. Il progetto, in classe A e certificato Leed GOLD – anche grazie alla scelta di materiale riciclato come l’acciaio – è risultato vincitore dei The Plan Awards 2019 nella categoria “Renovation – Future”.

Cantiere & Disegni: