Architetture in Acciaio n° 36
La rivista italiana dell’architettura e delle costruzioni in acciaio
In questo numero
“Il ferro e le sue proprietà erano già conosciute nei tempi più antichi. Fino a poco tempo fa, tuttavia, non era possibile produrlo a un prezzo così basso e in quantità e pezzi così grandi da poterlo considerare allo stesso livello di pietra e legno.” Otto Königer nel 1902 ci ricorda che la diffusione del ferro e dell’acciaio in edilizia è strettamente legata alla rivoluzione industriale. Da allora l’acciaio ha radicalmente modificato la storia dell’architettura. Oggi, tuttavia, le ragioni per continuare a utilizzare l’acciaio non sono così scontate, se si escludono casi peculiari quali strutture con grandi luci strutturali oppure edifici a torre. La domanda che sorge spontanea, quindi, è Why Steel? prendendo in prestito il titolo di un noto saggio di Alois Diethelm.
Oggi l’acciaio sembra lontano da certi aggettivi tanto ricercati nel mondo dell’architettura e della costruzione, quali ‘naturale’, ‘ecologico’ o ‘autentico’, tipici ad esempio delle costruzioni in legno. Eppure, l’acciaio possiede tre caratteristiche fondamentali per affrontare le sfide che la contemporaneità chiede di risolvere con urgenza: visione, flessibilità e circolarità.
L’acciaio è visionario. I progetti utopici di Konrad Wachsmann, Frei Otto, Buckminster Fuller e Max Mengeringhausen – oltre ad essere caratterizzati da una concezione olistica degli aspetti architettonici, costruttivi, urbani ed ambientali ed a non essere quasi mai realizzati su larga scala – hanno un particolare tratto in comune: l’acciaio. Esso permetteva di perseguire la riduzione al minimo di materiali usati con il contemporaneo conseguimento della massima prestazione, concetti oggi molto attuali. Acciaio significa leggero, leggero significa economico, economico significa accessibile, accessibile significa sostenibile.
L’acciaio è flessibile. L’adattabilità è una caratteristica fondamentale per immaginare potenziali riutilizzi futuri. Oggi è diventata indispensabile ma già trent’anni fa Fritz Haller scriveva: “Gli edifici vengono costruiti per una determinata destinazione d’uso – residenze, scuole, uffici, fabbriche – solitamente in base a specifiche idee di committenti e architetti. In realtà questi edifici per la maggior parte vengono utilizzati solo per breve tempo secondo la funzione originaria. Un primo impiego relativamente breve è seguito da molti altri, sconosciuti al momento della progettazione e pertanto non considerati. Negli ultimi decenni questa situazione è comparsa apertamente soprattutto negli edifici destinati a strutture di produzione o di servizi, a causa del sempre più veloce sviluppo economico e tecnologico. Si dovrebbero davvero spingere i progettisti a concepire gli edifici non per il primo utilizzo, ma sulla base di punti di vista più generali.” Da Gropius a Prouvé, fino agli Eames, numerosi architetti hanno visto nell’acciaio la possibilità di sperimentazione strutturale e tipologica, sviluppando sistemi flessibili e modulari che permettessero ampliamenti e trasformazioni senza richiedere demolizioni.
L’acciaio è circolare. L’acciaio è ampiamente utilizzato in tutti i settori industriali: rispetto al calcestruzzo, il cui uso è praticamente limitato all’edilizia, il suo potenziale riutilizzo è molto superiore. Le sue qualità sono standardizzate a livello internazionale ed esiste un mercato globale. Un dato non molto conosciuto è il contenuto di riciclato nell’acciaio strutturale: in media vicino al 90%.
Progettare e utilizzare l’acciaio oggi significa quindi accettare le sfide e le problematiche che il mondo contemporaneo pone, ricorrendo alla scienza ed alla tecnologia d’avanguardia. Konrad Wachsmann nel suo manifesto Vom Bauen in unserer Zeit scriveva così: “Devono essere accettati nuovi materiali, metodi, processi, intuizioni statiche e dinamiche, pianificazione, dati sociologici. Le idee umane ed estetiche riceveranno nuovo slancio dall’applicazione senza compromessi delle conoscenze e delle competenze contemporanee”.
Michele Versaci, Architetto e Project Leader Park Associati
“Il ferro e le sue proprietà erano già conosciute nei tempi più antichi. Fino a poco tempo fa, tuttavia, non era possibile produrlo a un prezzo così basso e in quantità e pezzi così grandi da poterlo considerare allo stesso livello di pietra e legno.” Otto Königer nel 1902 ci ricorda che la diffusione del ferro e dell’acciaio in edilizia è strettamente legata alla rivoluzione industriale. Da allora l’acciaio ha radicalmente modificato la storia dell’architettura. Oggi, tuttavia, le ragioni per continuare a utilizzare l’acciaio non sono così scontate, se si escludono casi peculiari quali strutture con grandi luci strutturali oppure edifici a torre. La domanda che sorge spontanea, quindi, è Why Steel? prendendo in prestito il titolo di un noto saggio di Alois Diethelm.
Oggi l’acciaio sembra lontano da certi aggettivi tanto ricercati nel mondo dell’architettura e della costruzione, quali ‘naturale’, ‘ecologico’ o ‘autentico’, tipici ad esempio delle costruzioni in legno. Eppure, l’acciaio possiede tre caratteristiche fondamentali per affrontare le sfide che la contemporaneità chiede di risolvere con urgenza: visione, flessibilità e circolarità.
L’acciaio è visionario. I progetti utopici di Konrad Wachsmann, Frei Otto, Buckminster Fuller e Max Mengeringhausen – oltre ad essere caratterizzati da una concezione olistica degli aspetti architettonici, costruttivi, urbani ed ambientali ed a non essere quasi mai realizzati su larga scala – hanno un particolare tratto in comune: l’acciaio. Esso permetteva di perseguire la riduzione al minimo di materiali usati con il contemporaneo conseguimento della massima prestazione, concetti oggi molto attuali. Acciaio significa leggero, leggero significa economico, economico significa accessibile, accessibile significa sostenibile.
L’acciaio è flessibile. L’adattabilità è una caratteristica fondamentale per immaginare potenziali riutilizzi futuri. Oggi è diventata indispensabile ma già trent’anni fa Fritz Haller scriveva: “Gli edifici vengono costruiti per una determinata destinazione d’uso – residenze, scuole, uffici, fabbriche – solitamente in base a specifiche idee di committenti e architetti. In realtà questi edifici per la maggior parte vengono utilizzati solo per breve tempo secondo la funzione originaria. Un primo impiego relativamente breve è seguito da molti altri, sconosciuti al momento della progettazione e pertanto non considerati. Negli ultimi decenni questa situazione è comparsa apertamente soprattutto negli edifici destinati a strutture di produzione o di servizi, a causa del sempre più veloce sviluppo economico e tecnologico. Si dovrebbero davvero spingere i progettisti a concepire gli edifici non per il primo utilizzo, ma sulla base di punti di vista più generali.” Da Gropius a Prouvé, fino agli Eames, numerosi architetti hanno visto nell’acciaio la possibilità di sperimentazione strutturale e tipologica, sviluppando sistemi flessibili e modulari che permettessero ampliamenti e trasformazioni senza richiedere demolizioni.
L’acciaio è circolare. L’acciaio è ampiamente utilizzato in tutti i settori industriali: rispetto al calcestruzzo, il cui uso è praticamente limitato all’edilizia, il suo potenziale riutilizzo è molto superiore. Le sue qualità sono standardizzate a livello internazionale ed esiste un mercato globale. Un dato non molto conosciuto è il contenuto di riciclato nell’acciaio strutturale: in media vicino al 90%.
Progettare e utilizzare l’acciaio oggi significa quindi accettare le sfide e le problematiche che il mondo contemporaneo pone, ricorrendo alla scienza ed alla tecnologia d’avanguardia. Konrad Wachsmann nel suo manifesto Vom Bauen in unserer Zeit scriveva così: “Devono essere accettati nuovi materiali, metodi, processi, intuizioni statiche e dinamiche, pianificazione, dati sociologici. Le idee umane ed estetiche riceveranno nuovo slancio dall’applicazione senza compromessi delle conoscenze e delle competenze contemporanee”.
Michele Versaci, Architetto e Project Leader Park Associati
“Il ferro e le sue proprietà erano già conosciute nei tempi più antichi. Fino a poco tempo fa, tuttavia, non era possibile produrlo a un prezzo così basso e in quantità e pezzi così grandi da poterlo considerare allo stesso livello di pietra e legno.” Otto Königer nel 1902 ci ricorda che la diffusione del ferro e dell’acciaio in edilizia è strettamente legata alla rivoluzione industriale. Da allora l’acciaio ha radicalmente modificato la storia dell’architettura. Oggi, tuttavia, le ragioni per continuare a utilizzare l’acciaio non sono così scontate, se si escludono casi peculiari quali strutture con grandi luci strutturali oppure edifici a torre. La domanda che sorge spontanea, quindi, è Why Steel? prendendo in prestito il titolo di un noto saggio di Alois Diethelm.
Oggi l’acciaio sembra lontano da certi aggettivi tanto ricercati nel mondo dell’architettura e della costruzione, quali ‘naturale’, ‘ecologico’ o ‘autentico’, tipici ad esempio delle costruzioni in legno. Eppure, l’acciaio possiede tre caratteristiche fondamentali per affrontare le sfide che la contemporaneità chiede di risolvere con urgenza: visione, flessibilità e circolarità.
L’acciaio è visionario. I progetti utopici di Konrad Wachsmann, Frei Otto, Buckminster Fuller e Max Mengeringhausen – oltre ad essere caratterizzati da una concezione olistica degli aspetti architettonici, costruttivi, urbani ed ambientali ed a non essere quasi mai realizzati su larga scala – hanno un particolare tratto in comune: l’acciaio. Esso permetteva di perseguire la riduzione al minimo di materiali usati con il contemporaneo conseguimento della massima prestazione, concetti oggi molto attuali. Acciaio significa leggero, leggero significa economico, economico significa accessibile, accessibile significa sostenibile.
L’acciaio è flessibile. L’adattabilità è una caratteristica fondamentale per immaginare potenziali riutilizzi futuri. Oggi è diventata indispensabile ma già trent’anni fa Fritz Haller scriveva: “Gli edifici vengono costruiti per una determinata destinazione d’uso – residenze, scuole, uffici, fabbriche – solitamente in base a specifiche idee di committenti e architetti. In realtà questi edifici per la maggior parte vengono utilizzati solo per breve tempo secondo la funzione originaria. Un primo impiego relativamente breve è seguito da molti altri, sconosciuti al momento della progettazione e pertanto non considerati. Negli ultimi decenni questa situazione è comparsa apertamente soprattutto negli edifici destinati a strutture di produzione o di servizi, a causa del sempre più veloce sviluppo economico e tecnologico. Si dovrebbero davvero spingere i progettisti a concepire gli edifici non per il primo utilizzo, ma sulla base di punti di vista più generali.” Da Gropius a Prouvé, fino agli Eames, numerosi architetti hanno visto nell’acciaio la possibilità di sperimentazione strutturale e tipologica, sviluppando sistemi flessibili e modulari che permettessero ampliamenti e trasformazioni senza richiedere demolizioni.
L’acciaio è circolare. L’acciaio è ampiamente utilizzato in tutti i settori industriali: rispetto al calcestruzzo, il cui uso è praticamente limitato all’edilizia, il suo potenziale riutilizzo è molto superiore. Le sue qualità sono standardizzate a livello internazionale ed esiste un mercato globale. Un dato non molto conosciuto è il contenuto di riciclato nell’acciaio strutturale: in media vicino al 90%.
Progettare e utilizzare l’acciaio oggi significa quindi accettare le sfide e le problematiche che il mondo contemporaneo pone, ricorrendo alla scienza ed alla tecnologia d’avanguardia. Konrad Wachsmann nel suo manifesto Vom Bauen in unserer Zeit scriveva così: “Devono essere accettati nuovi materiali, metodi, processi, intuizioni statiche e dinamiche, pianificazione, dati sociologici. Le idee umane ed estetiche riceveranno nuovo slancio dall’applicazione senza compromessi delle conoscenze e delle competenze contemporanee”.
Michele Versaci, Architetto e Project Leader Park Associati