Centro direzionale Cantina Montelliana
Creare un’architettura di rilievo all’interno di un contesto prettamente industriale è la principale sfida progettuale affrontata per la realizzazione del centro direzionale del consorzio della Cantina Montelliana e dei Colli Asolani, lungo la strada che da Montebelluna conduce a Conegliano. Il nuovo edifico di 1.800 mq di superficie consente alla cooperativa vinicola, specializzata nella produzione di prosecco (16 milioni di bottiglie nel 2021) di disporre di una struttura di dimensioni congrue all’attuale organico, che nell’ultimo biennio è progressivamente aumentato fino a raggiungere i sessanta dipendenti.
Credit:
- COMMITTENTE: Cantina Montelliana e dei Colli Asolani
- PROGETTO E DL: michielizanatta.net architetti (Tommaso Michieli, Christian Zanatta)
- PROGETTO STRUTTURALE: Ing. Massimo Gallonetto
- PROGETTO IMPIANTISTICO: Studio nord-est, Elettrostudio srl
- IMPRESA: Costruzioni Bordignon srl
- COSTRUTTORE METALLICO: Gobbato srl
- IMMAGINI: Massimo Crivellari
Creare un’architettura di rilievo all’interno di un contesto prettamente industriale è la principale sfida progettuale affrontata per la realizzazione del centro direzionale del consorzio della Cantina Montelliana e dei Colli Asolani, lungo la strada che da Montebelluna conduce a Conegliano. Il nuovo edifico di 1.800 mq di superficie consente alla cooperativa vinicola, specializzata nella produzione di prosecco (16 milioni di bottiglie nel 2021) di disporre di una struttura di dimensioni congrue all’attuale organico, che nell’ultimo biennio è progressivamente aumentato fino a raggiungere i sessanta dipendenti.
Posto in testa all’area produttiva, il nuovo corpo di fabbrica è disposto su pianta rettangolare 50 x 10 m e si sviluppa per tre piani fuori terra più uno interrato. Il centro direzionale ospita, oltre agli uffici, un’area amministrativa, una per le assemblee ed uno spazio riservato alle degustazioni oltre ad un terrazzo dedicato agli eventi.
Nel dettaglio, l’intervento ha previsto la demolizione di un corpo esistente realizzato a cavallo tra gli anni 60 e 70. Sul sedime della preesistenza si elevano oggi colonne in profili tubolari quadri 350 x 350 x 6,3 mm e circolari di Ø 353 x 6 mm, con travi reticolari in carpenteria metallica. I solai d’interpiano sono in struttura mista acciaio-cls. Anche le strutture del livello interrato impiegano prodotti in acciaio, con elementi scatolari. I profili metallici utilizzati sono di qualità S355J0 ed i pilastri sono tubolari formati a freddo (UNI EN 10219) o realizzati in conformità alla UNI EN 1090-1 e classe d’esecuzione EXC 2, successivamente riempiti con getto in cls.
Le facciate
La facciata del nuovo edificio è concepita in modo tale da non schermare ma anzi rivelare il proprio contenuto, permettendo al contempo l’illuminazione naturale degli spazi interni. Posta ad altezze ed aggetti variabili, crea una notevole dinamicità, ribadita anche dalla scelta dei materiali (tra i quali lamiere grecate traforate) dai colori che spaziano dal grigio, al bruno e tonalità arancioni. Questa nuova pelle è sorretta da un’orditura di profili scatolari zincati a caldo in carpenteria metallica sulla quale si dispone la prosecuzione del disegno a fasce orizzontali. Connota lo stacco con il corpo di fabbrica esistente, dedicato allo stoccaggio del vino, il colore rosso, espressione di una scelta funzionale che vuole tenere insieme elementi architettonici molto diversi e separati fisicamente da uno spazio interposto, quale luogo di collegamento, mettendoli però a dialogo.
Una simile scelta è all’origine dell’estensione della facciata del centro direzionale, che coinvolge gli altri edifici adiacenti e preesistenti: uno spaccio commerciale e un magazzino. L’articolato sistema di aperture e di schermature in facciata garantisce qualità agli spazi interni, che si relazionano verso l’esterno sui fronti sud ed est e con le aree produttive a nord. Sul fronte principale il piano terra rientra creando un generoso ambito d’ingresso, sottolineato da un setto di colore rosso vivo. I controsoffitti riprendono il motivo rigato delle lamiere poste in facciata e svolgono al contempo funzione fonoassorbente. Gli spazi interni sono concepiti come flessibili e adattabili a seconda delle esigenze. Il centro direzionale ha vinto la sfida iniziale, ponendosi come un’architettura di qualità in un contesto caratterizzato da costruzioni di scarso pregio, grazie ad un intervento che ha reso possibile l’inclusione e la valorizzazione dell’esistente e che lascia aperto il gioco per future integrazioni e ulteriori sviluppi.