Luxottica Digital Factory
Milano, zona Porta Genova. La Digital Factory di Luxottica aggiunge un nuovo tassello rigenerativo su via Tortona, luogo nativo della Design Week, accogliendo il viatico di Superstudio, che quarant’anni fa prefigurava un futuro diverso per quest’area produttiva della città, un tempo a rischio dismissione. L’edificio dichiara l’aderenza al contesto in continua trasformazione, ridisegnando il profilo dell’immobile ex General Electric, svuotandolo delle partizioni orizzontali e verticali, e valorizzando il profilo a shed della copertura.
Un’operazione di demolizione e ricostruzione in situ dell’edificio preesistente che persegue il modello di renovatio urbis definito da Tafuri, ovvero l’attivazione di progetti e interventi puntuali, capaci di modificare ruolo e immagine di parti limitate di città, con un gioco di attori plurali, disposti a farsi carico dei vari processi rigenerativi.
Con Luxottica Digital Factory, Park Associati ha vinto il prestigioso Premio Architetto italiano 2024, che il CNAPPC conferisce all’ eccellenza dell’architettura italiana contemporanea ed assegna a professionisti che hanno contribuito in modo significativo all’innovazione architettonica, alla sostenibilità e al miglioramento della qualità della vita attraverso il loro lavoro.
Credit:
- COMMITTENTE: Luxottica Group spa
- PROGETTO INTEGRATO, DIREZIONE ARTISTICA: Park Associati
- DESIGN TEAM: Filippo Pagliani, Michele Rossi, Lorenzo Merloni (project leader); Michele Versaci, Valeria Donini, Alessandro Bentivegna, Simone Caimi, Ismail Seleit, Marco Vitalini, Cristina Tudela Molino, Luna Pavanello, Sofia Dalmasso, Luca Pazzaglia; Marinella Ferrari (Graphics); Mario Frusca (Visualizations)
- PROGETTO STRUTTURALE: MSC Associati
- PROGETTO IMPIANTISTICO, ANTINCENDIO, ILLUMINOTECNICO, CERTIFICAZIONE LEED: ESA Engineering
- PROGETTO FACCIATE: Deerns
- PROGETTO PAESAGGISTICO: Marco Bay
- INTERIOR DESIGN: storagemilano
- GENERAL CONTRACTOR: SMV Costruzioni
- COSTRUTTORE METALLICO E FACCIATE: Pichler Projects srl
- IMMAGINI: Andrea Martiradonna (foto del finito - esterni e corte interna), Lorenzo Zandri (foto del finito - interni), Mario Frusca (foto di cantiere)
I progettisti, non nuovi alla collaborazione con Luxottica, per cui hanno recentemente realizzato l’ampliamento dell’headquarter in Piazza Cadorna, affrontano ancora il tema del recupero e della modificazione, intesa come cambio d’uso e di funzione degli spazi abbandonati, cui dare una nuova opportunità di vita. Operando per sottrazioni successive, per raggiungere una pulizia formale e consentire una lettura immediata degli elementi strutturali nella loro forza costruttiva-compositiva, il lessico di Park Associati si alimenta del ricordo di una tradizione di estetica ingegneristica, praticata da Nervi, Morandi e Mangiarotti.
La pelle esterna della Digital Factory di Luxottica recupera una rigida scansione verticale di miesiana memoria (Crown Hall), producendo un involucro, che è emblema di alta qualità costruttiva e di innovazione tecnologica dei materiali: una cesura trasparente che è al tempo stesso principio ordinatore delle leggi tettoniche del manufatto. Attraverso gli spazi del piano terra – showroom e store – dialoganti con via Tortona, l’edificio mantiene una dimensione di interno/esterno con un affaccio sulla corte, espressione tipologica dell’architettura milanese che asseconda un’atmosfera più intima: una piccola oasi per recuperare energie e lavorare con maggiore efficienza all’interno dei team, per i quali sono stati attrezzati al primo piano alcuni spazi verdi di dehor per gli incontri informali, accanto ai laboratori di manifattura digitale di matrice 4.0 (il Digital Lab).
La pulizia delle linee verticali dell’intervento di recladding è stata enfatizzata dal ritmo delle lesene verticali in acciaio brunito, memoria dell’origine industriale del luogo, che ripetono la scansione degli shed di copertura. Tubolari saldati e profili laminati controventanti compongono le 75 reticolari da 16 m di luce libera della copertura per un totale 210 tonnellate di acciaio poggiate sulle travi principali, a loro volta ancorate alle colonne preesistenti in calcestruzzo e ad una seconda orditura di pilastri realizzati in profili IPE che ne raddoppia il passo. Questo ritmo più fitto di elementi verticali sul perimetro esterno, rimarcato dalla scansione verticale sulla facciata trasparente, viene interrotto solo in corrispondenza dell’ingresso, dove un’imbotte in pannelli metallici plissettati verticalmente invita all’accesso. Qui una struttura reticolare spaziale in carpenteria metallica di 53 tonnellate complessive e protetta al fuoco con vernice intumescente R60, come tutta la struttura, fluttua sopra la testa degli astanti, liberando uno spazio da 16×32 m per la hall di distribuzione.
Il restyling interno ed esterno ha portato ad una certificazione Gold del protocollo LEED, a testimonianza della ricerca del perfetto connubio tra la soluzione estetica e quella qualitativa, adeguando il luogo agli standard di sicurezza e sostenibilità contemporanei. In tal modo si compie la sfida di trasformare un luogo dello scarto in un luogo dell’innovazione aperta, secondo una dimensione tipica del metabolismo urbano circolare di Rogers, che suggeriva di adottare pratiche di capitalizzazione delle risorse spaziali e ambientali come beni della produzione creativa aperta alla città. Un progetto-contenitore, aperto e flessibile, che ricorda la storia senza ostacolare il cambiamento di una società sempre più fluida e digitale, guidata dalla massima creatività.