Una vite in acciaio strutturale, connubio tra architettura e ingegneria

Da uno sketch a mano, tracciato seguendo le tortuosità uniche del ceppo di una Vite allevata a Guyot, sono nate sagome ossitagliate in acciaio autopatinabile, riutilizzando scarti e sfridi industriali di lavorazioni. Assemblata in loco mediante saldatura e innestata su plinti ancorati a suolo, è nata così questa nuova copertura, realizzata con 280 kg di acciaio strutturale. Completano l’opera tegole alla portoghese a secco, che permettono di smontare all’occorrenza la copertura.

Un modo di concepire l’architettura in un territorio, l’avellinese, ricco di tradizioni agrarie e di vigneti pregiati.

Una vite in acciaio strutturale, connubio tra architettura e ingegneria

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