Viadotto Marchetti
La realizzazione di un nuovo viadotto sull’autostrada A5 Torino-Ivrea-Aosta nasce dalla necessità di rafforzare le infrastrutture veicolari in un tratto cardine del Piemonte, laddove l’autostrada conduce verso i trafori del Monte Bianco e del San Bernardo. Tale tratta era stata modificata a seguito degli eventi alluvionali del 1993 prima e del 2000 poi, andando ad alterare il corso della Dora Baltea. Il nuovo viadotto, caratterizzato da un’unica campata, rappresenta un beneficio nei confronti del reticolo ecosistemico locale.
Credit:
- COMMITTENTE:: A.T.I.V.A. spa
- PROGETTO ESECUTIVO: Seteco Ingegneria srl
- PROGETTO COSTRUTTIVO:: Giugliano Engineering srl
- GENERAL CONTRACTOR: Marchetti scrl
- COSTRUTTORI METALLICI: Giugliano Costruzioni Metalliche srl, Omba Impianti & Engineering spa
- IMMAGINI: Giugliano Costruzioni Metalliche srl
Di notevole rilevanza sono i numeri che caratterizzano l’opera: la campata, con una lunghezza di 250 m, tra le più lunghe mai realizzate in Europa e le strutture in acciaio che la costituiscono sono pari a 5.700 tonnellate. Nello specifico, il Marchetti è un viadotto autostradale di prima categoria, con strutture portanti in acciaio e calcestruzzo. Gli elementi in carpenteria metallica sono in acciaio altoresistenziale S460M con trattamento di verniciatura e visivamente formano un arco singolo a via inferiore con luce tra le spalle pari a 250 m. L’impalcato risulta appeso all’arco in acciaio mediante 25 pendini di sospensione realizzati con trefoli a fili paralleli e comprende due carreggiate, ciascuna larga 14,5 m, con due banchine da 1,35 e 1,7 m. Le corsie autostradali poggiano su elementi a sbalzo ad altezza variabile, realizzati con profili saldati a doppio T con altezze tra i 3,2 m e 0,75 m. L’arco, alto 70 m, è invece costituito da un cassone a sezione trapezoidale, a sezione costante (altezza 3,5 m, base maggiore 5,9 m e base minore pari a 3,9 metri), connesso all’impalcato in corrispondenza delle due spalle grazie a due basi triangolari. In sezione, l’impalcato presenta una trave catena centrale e mensole trasversali ortogonali ad essa con sovrapposta soletta in c.a. di spessore pari a 0,2 m.
Per la realizzazione di arco e impalcato le lavorazioni in officina hanno richiesto una perfetta coordinazione tra i due costruttori metallici al fine di conciliare logistica, lavorazioni e attività di cantiere. In particolare l’elevato quantitativo di lamiere da preassemblare in officina ha dato vita ad una flusso continuo di lavoro partendo dall’acciaieria, passando dai costruttori metallici per poi giungere al cantiere. Arrivati in situ si è provveduto ad assemblare i conci della trave catena mediante saldatura; analoga procedura ha riguardato la struttura dell’arco. Particolare attenzione in questo senso è stata posta alla protezione delle zone di saldatura, al fine di preservarle dagli agenti atmosferici che avrebbero potuto produrre delle impurità. Per questo motivo sono stati realizzati dei capannoni provvisori, all’interno dei quali svolgere le operazioni di assemblaggio.
Anche la metodologia di varo, date le ragguardevoli dimensioni del viadotto, ha previsto un attento studio preliminare. Tre pile provvisorie in acciaio, poste a distanza di 67 m fra loro, hanno permesso di gestire la luce tra le due spalle. Per costruire le pile l’utilizzo di elementi bullonati in carpenteria metallica ha permesso l’opportuna robustezza e velocità di assemblaggio. Al fine di diminuire le sollecitazioni durante le fasi di varo e di appoggio sulle pile è stata predisposta una struttura reticolare spaziale denominata “avambecco”, composta da due tralicci metallici lunghi 42 m e controventati orizzontalmente.
Il montaggio dell’arco è invece avvenuto in contemporanea con l’impalcato, assemblando i singoli conci trapezoidali e sollevandoli sulla trave catena prima di ogni varo.
Entrato in esercizio nel pieno rispetto dei tempi dettati dalla committenza il viadotto Marchetti è un ottimo esempio di eccellenza ingegneristica unita a tempistiche di realizzo da record dove l’acciaio, ancora visibile grazie al grande arco che svetta sull’autostrada, ha rivestito un ruolo fondamentale.