Venusio Shopping Center
Il progetto nasce della idea di una nuova “porta urbana” verso la Puglia di fronte a Venusio a 4 km di Matera. Ricordiamo che Matera è stata negli anni 50 un importante “laboratorio urbanistico”. E’ in questo contesto nasce nel 1954 Borgo Venusio, progettato da Luigi Piccinato, oggetto del dibattito urbanistico, architettonico e politico-culturale del dopoguerra.
Credit:
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Arch. Mauro Saito
- PROGETTISTA STRUTTURALE: V. Amato, V. Creanza, V. Mongelli, P. Manicone
- IMPRESA: Cogem spa
- COSTRUTTORE METALLICO: Cogem spa
L’area prescelta per la realizzazione del centro commerciale, finora coltivata, si trova strategicamente al confine fra Basilicata e Puglia, fra il torrente Gravina e la SS n°99 , in posizione ribassata rispetto a questa ultima. E’ l’ambiente circostante ad ispirare il progetto: la cava, gli alberi, le torri ed i muri di cinta delle masserie. Cosi i banchi di cava diventano pannelli di rivestimento in calcestruzzo, alberi e rami in legno si trasformano in pilastri e mensole in acciaio, volte in tufo si scompongono in lastre lucide di metallo. La posizione ribassata del terreno destinato al Centro Commerciale, ha suggerito al progettista di mettere in evidenza gli edifici mediante espedienti visivi, infatti l’insediamento degli edifici a una quota inferiore, ne privilegia la vista. L’unita progettuale fra ipermercato e gallerie esterne è sintetizzata con la ripetizione di un elemento: l’albero. Un gioco di rami metallici porta le coperture, concave e convesse, appese e sospese. Il dialogo con l’ambiente e implicito nelle superfici scalettate in cemento a ricordare i banchi di tufo, pezzi sfaccettati, superfici riflettenti… La prefabbricazione sia degli elementi in cemento armato sia di quelli in acciaio, si è dimostrata la scelta tecnologica ottimale per rispettare i tempi di costruzione. Sono in acciaio la galleria a doppia altezza con i sui “pilastri-alberi”, le doppie volte fissate a questi con un gioco di “rami-tiranti” e le coperture degli edifici minori. Lo spazio interno della galleria si presenta in una fila asimmetrica di pilastri, con nucleo in cemento armato, rivestiti in lamiera di acciaio. Le ramificazioni tubolari che sorreggono la copertura si innestano sul pilastro mediante barre filettate imbullonate alla piastra d’appoggio. La copertura, in profili normalizzati curvi e non, viene giuntata mediante piastre imbullonate. Lo showroom per auto, di sagoma poligonale, si presenta staccato dall’insieme e sovrastato da una doppia pensilina. La galleria esterna completa l’idea della piazza-cava affacciata sul borgo, un vuoto intorno al quale si raccolgono altri edifici “scavati” in una successione coordinata. La forma “a tenaglia” degli edifici perimetrali ha come contrapunto due piccole “scaglie” con la copertura inclinata, collegate da un portico coperto tramite una struttura a botte rovesciata su “rami” metallici. L’architetto ha sintetizzato l’anima di questo progetto chiamandolo “fondare un non-luogo” e questo, invece, è diventato parte integrante del paesaggio.