Teatro “Ex Fonderie Limone”
Restituire alla città una testimonianza della sua storia industriale, sottraendola al degrado e all’abbandono, è stato il primo obiettivo dell’intervento di recupero delle ex Fonderie Limone, un complesso che, nato alla fine dell’800, ha segnato anche visivamente il territorio, con l’imponenza della propria struttura, con i suoi capannoni, la ciminiera ed i fabbricati-dormitorio.
Credit:
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Consorzio Intercomunale Torinese – S. Manzone, M. Gariboldi
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Consorzio Intercomunale Torinese – S. Manzone, M. Gariboldi
- IMPRESA: TEKNO 3 Sas (lotto I); ATI ITEIMPIANTI Srl, Costruzioni Edili Mazzilli, Ars Color Costruzioni (lotto II); Gastone Guerrini Costruzioni Generali Spa (lotto III)
- IMMAGINI: Bruna Biamino, Daniele Badolato
Qui, fino agli anni ‘60, si fondevano bronzo, alluminio e ghisa, destinati alle industrie meccaniche ed automobilistiche; oggi, per volontà del Comune di Moncalieri (proprietario dell’immobile a partire dagli anni ‘80), ed in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, la memoria di quell’epoca si è legata alla nuova vita delle ex fonderie, diventate un polo teatrale e per l’intrattenimento. Filo conduttore: la creatività unita al desiderio di continuità con il passato. Gran parte del complesso mostrava le caratteristiche tipiche degli edifici industriali degli anni ‘30 – ‘50: un grande involucro, modellato da maglie regolari in cemento armato e coperture a shed, senza particolari soluzioni costruttive. Alla data d’inizio lavori questi edifici erano in un evidente stato di degrado e l’intera area (30mila mq) era delimitata da un muro di confine. Il progetto si è modellato quindi sull’esigenza di riavvicinare il sito alla città, demolendo le barriere, ridefinendo il sistema della viabilità, realizzando un’area verde e cercando di far dialogare visivamente gli edifici recuperati con quelli di nuova realizzazione. Giocato sull’alternanza di memoria ed innovazione, il nuovo edificio ha una doppia natura, che si esprime negli altrettanti volumi che lo compongono: una cinta muraria, che fa da elemento di unificazione formale con gli edifici preesistenti e un parallelepipedo completamente ruotato (la sala teatrale), che si contrappone visivamente a quello sottostante, ponendosi come segno forte e riconoscibile. Anche la scelta delle finiture è diventata elemento distintivo dei due corpi, oltre che soluzione in grado di snellire il volume dalla forma decisamente squadrata e spigolosa. Nel corpo sottostante, infatti, la quinta muraria si interrompe, per lasciar spazio, sul lato adiacente, ad un rivestimento in lame frangisole: una soluzione che privilegia la trasparenza e sembra voler invitare il pubblico ed il verde circostante a scoprirne gli interni. Protagonisti delle facciate il colore rosso e l’acciaio, che si ripetono anche su alcuni degli edifici recuperati, in una composizione minimalista e rispettosa della memoria. La zona pedonale, che qui si apre come una piazza, è una sorta d’ingresso a quella che è stata battezzata la «galleria della memoria»: una piccola area pubblica coperta che, ricavata dal restauro dell’edificio più antico, ospita anche la vecchia ciminiera della fonderia. Da qui inizia il percorso pedonale che attraversa tutto il parco.Il progetto, realizzato con i finanziamenti dell’Unione Europea e della Regione Piemonte, ha dato vita ad un centro unico in Italia: un luogo in cui convivono produzione, formazione e ricerca teatrale, ma anche una foresteria di 21 appartamenti, aree verdi e servizi di ristorazione. I vecchi edifici delle Fonderie Limoni sono diventati un’ “officina teatrale”, reinterpretati con un linguaggio architettonico anch’esso innovativo e sperimentale.