Teatrino di Palazzo Grassi
Con il Teatrino, Palazzo Grassi e il Centro di Arte Contemporanea di Punta della Dogana rafforzano ulteriormente la propria presenza nella vita artistica e culturale di Venezia.
Credit:
- COMMITTENTE: Palazzo Grassi spa - Francois Pinault Foundation
- PROGETTO ARCHITETTONICO: Tadao Ando Architect & Associates (TAAA) - arch. Tadao Ando con arch. Kazuya Okano, assistente e responsabile al progetto
- COORDINAMENTO GENERALE DI PROGETTO: Equilibri srl - Eugenio Tranquilli
- PROGETTO STRUTTURALE E DIREZIONE LAVORI: Giandomenico Cocco
- PROGETTO ESECUTIVO ARCHITETTONICO E DIREZIONE LAVORI: Luigi Cocco
- PROGETTO INSERIMENTO AMBIENTALE: Adriano Lagrecacolonna
- PROGETTO E DIREZIONE LAVORI IMPIANTI: Adriano Lagrecacolonna, Sergio Rigato
- GENERAL CONTRACTOR: ICCEM srl
- IMMAGINI: ORCH Orsenigo_Chemollo; TAAA, Tecnobrevetti srl
Dopo il restauro di Palazzo Grassi, nel 2006, seguito da quello di Punta della Dogana, Centro di Arte Contemporanea inaugurato nel 2009, il recupero del Teatrino segna, nel 2013, la terza tappa del grande progetto culturale di François Pinault a Venezia. Dalla realizzazione della copertura apribile nel 1961, l’edificio non è mai stato modificato e manutenzionato né strutturalmente né architettonicamente e dal 1983 era in completo stato di abbandono. L’intervento è stato curato e condotto da Tadao Ando Architect & Associates e segue una logica di continuità architettonica rispetto ai restauri precedenti. Con una superficie di 1.000 metri quadri, il Teatrino è dotato di un auditorium con una capacità di 225 posti, di un foyer e di aree tecniche (camerini, sala regia, cabine per la traduzione simultanea). E’ stato recuperato un nuovo spazio ora interamente dedicato a conferenze, incontri, proiezioni e concerti che, assicurando migliori condizioni tecnologiche (in particolare acustiche) e di comfort, permette di sviluppare ulteriormente il programma di attività culturali: gli incontri con gli artisti, le conferenze, le letture, i concerti, le performance e le proiezioni di film d’autore, prima programmati all’interno degli spazi museali, vengono ora organizzati all’interno del Teatrino. Il fabbricato è costituito principalmente da nuove strutture e dal parziale recupero di alcuni elementi perimetrali esistenti vincolati o condivisi con fabbricati adiacenti. L’ossatura portante in carpenteria metallica rispecchia lo schema distributivo funzionale dell’edificio: una “scatola interna”, l’auditorium, che di fatto è la struttura principale di tutto l’immobile collegata al perimetro che la racchiude. La forma rettangolare in pianta con dimensioni massime di circa 12×33 m, presenta un unico livello e l’altezza è variabile secondo l’inclinazione della copertura. Le strutture raggiungono un’altezza massima fuori terra di 9,5 m e sono vincolate a una platea su pali (impiegati per limitare i cedimenti) con ispessimenti in corrispondenza dei pilastri in acciaio (nuovi ed esistenti). Il fabbricato è costituito da colonne con controventi concentrici e da una copertura realizzata con travi reticolari in acciaio.
I profili prevalentemente utilizzati sono ad H per i pilastri e le travi di solaio, mentre per le reticolari e i controventamenti di parete e di copertura sono stati utilizzati profili composti da doppi UPN o angolari accoppiati. La struttura verticale in acciaio, con i vari elementi inclinati è anche il supporto per le grandi pareti curve che definiscono il progetto architettonico dell’auditorium e del foyer. A eccezione quindi del recupero della cortina muraria esterna esistente, l’intervento impiega esclusivamente una tecnologia stratificata a secco in acciaio. Tale scelta, oltre a concedere la massima libertà espressiva ai progettisti, è risultata vincente anche per la particolare localizzazione, nella città lagunare, con intrinseche complicazioni per la fornitura dei materiali in cantiere. Soprattutto grazie all’impiego dell’acciaio, uno spazio abbandonato è divenuto un luogo di scambio, di incontro e di apertura alla città.