Soccer City Stadium
A Johannesburg, lo svolgimento dei mondiali di calcio in Sudafrica ha richiesto un intervento di rinnovamento ed ampliamento dello stadio che nel 1990 ha ospitato il primo discorso di massa di Nelson Mandela.
Credit:
- COMMITTENTE: Comune di Johannesburg
- PROGETTO ARCHITETTONICO: Boogertman Urban Edge & Partners
- PROGETTO STRUTTURALE: PD Naidoo & Associates (Pty) Ltd
- COSTRUTTORE METALLICO: Cimolai spa
- IMMAGINI: Cimolai spa, Silvia Scalzo / ArcelorMittal
Il progetto è stato scelto tra varie proposte che evocavano diverse immagini legate alla nazione ospitante: la zucca (calabash) utilizzata come contenitore, è stata selezionata come l’oggetto più riconoscibile per rappresentare il continente africano. Sono stati introdotti anche altri simbolismi: il tunnel che conduce dagli spogliatoi al campo richiama le vicine ex miniere di carbone, mentre i pannelli di facciata e di copertura sono stati selezionati tra le tinte della terra, della sabbia e del fuoco. I lavori hanno previsto la demolizione di alcune porzioni di struttura esistente per consentire la costruzione di nuovi vani e pilastri in cemento armato a cui vincolare la struttura metallica di copertura e di facciata. L’aggiunta di un intero anello ha consentito un aumento della capienza, portando il numero di posti a sedere da 80.000 a 97.400 e l’inclinazione delle gradinate esistenti è stata aumentata migliorando così la visuale di tutti gli spettatori. L’intervento più importante è stato però quello relativo alla posa della nuova copertura e delle 8.000 t complessive di acciaio. La forma sinuosa ed avvolgente della struttura, doppiamente simmetrica rispetto agli assi N-S e E-O, è un toro mentre il piano del tetto segue più da vicino la forma rettangolare del campo da gioco. Ciò conferisce all’anello perimetrale portante ed alle travi a sbalzo della copertura una complessa doppia curvatura che varia sia in altezza che in larghezza.
La struttura principale, che si sviluppa in corrispondenza del filo più esterno delle gradinate, è una reticolare spaziale a sezione triangolare costituita da tubi correnti con diametro variabile tra i 710 mm e 910 mm e spessori compresi tra i 20 e 40 mm, con aste
di parete a sezione tubolare per essa. È vincolata alle opere in cemento armato tramite particolari elementi denominati “Steel shaft” e perni da 240 mm di diametro. L’intero anello che è costituito da 32 conci, sostiene le mensole che sovrastano le tribune ed offre il vincolo superiore agli elementi portanti della facciata; in copertura è tamponato con pannelli in policarbonato e la luce naturale può diffondersi negli spazi sottostanti interni allo stadio che sono attrezzati per poter intrattenere gli spettatori durante gli intervalli delle manifestazioni in corso. Degli elementi reticolari a mensola, fungono da copertura dei posti a sedere e sono rivestiti da diverse tipologie di membrane: una bianca superiore impermeabile ed una inferiore e verticale in grado di diffondere la luce proiettata dall’interno. Alla loro estremità, verso il centro dello stadio, è alloggiato il camminamento di servizio, che sospeso a 45 m dal campo di gioco, oltre ad accogliere gli impianti acustici e di illuminazione, consente di eseguire le operazioni di manutenzione. La facciata è scandita da 120 assi ed è realizzata con profili verticali HEA 400 e HEB 400 calandrati secondo tre diversi raggi di curvatura
e da profili tubolari trasversali. Il rivestimento è un mosaico di pannelli colorati in fi brocemento alleggerito e policarbonato. Tutta la carpenteria è stata eseguita in Italia dal costruttore metallico. Prima della spedizione è stata preassemblata una porzione significativa della struttura in modo da poter verificare la corretta realizzazione dei vari componenti. Giunti in Sudafrica via nave, i vari elementi sono stati trasportati in cantiere ed assemblati a terra in sottostrutture secondo un programma redatto appositamente dall’azienda incaricata. Successivamente, due gru cingolate con rispettive portate di 600 e 300 tonnellate hanno permesso il posizionamento al piano degli elementi mentre una stazione topografica fissa verificava costantemente l’esatto posizionamento ed il progressivo avanzamento generale.