Sede Campari
Una grande opera di riqualificazione urbana ed un delicato intervento architettonico, che ha dovuto fare i conti con le pre-esistenze industriali: si tratta dell’ex area “Campari”, a Sesto San Giovanni, dove è stato realizzato il nuovo centro direzionale della storica azienda, che sullo stesso lotto ha iniziato la propria produzione nel 1904.
Credit:
- COMMITTENTE: Davide Campari Milano Spa
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Mario Botta, Giancarlo Marzorati
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Emanuele Alborghetti (strutture in acciaio), Carlo Montagnoli (strutture prefabbricate e gettate in opera), Maurizio Colombo (strutture controterra e di sostegno provvisionali), Cristian Longhi (strutture in legno)
- COSTRUTTORE METALLICO: OCML spa
- IMPRESA: Moretti Contract Srl
- IMMAGINI: Studio Marzorati Architettura
L’intervento è stato voluto per riportare qui il cervello produttivo di quella che oggi è diventata una multinazionale. Il progetto complessivo, costituito da un’area uffici e da un centro residenziale, in una grande area verde, porta la firma di Mario Botta e di Giancarlo Marzorati. L’edificio che ospita gli uffici ha una pianta a “L” e si sviluppa per 8 piani e un’altezza di 38 m, incastonando una parte dello storico stabilimento in cui Davide Campari intraprese la produzione, e che costituisce una preziosa testimonianza del patrimonio archeologico industriale italiano. La struttura multipiano si presenta come una trama in acciaio, a definire la quale sono pilastri serie HE con rinforzi S355 JO e travi composte da ali diseguali, con doppia anima piolata. Lo schema statico è quello di una struttura pendolare con controventi. Il prospetto principale (su via Gramsci) mostra un forte carattere simbolico, presentandosi come una grande porta che si distingue nettamente rispetto al contesto urbano; l’articolato incastro dei volumi puri in cotto, fortemente materici, è interrotto dalla geometria dei tagli in vetro; il fronte sud (su via Sacchetti) è stato invece maggiormente alleggerito alla base, grazie soprattutto all’inserimento di grandi superfici trasparenti. Il rosso dei mattoni che rivestono le facciate, materiale con cui si foderavano gli altiforni, sottolinea il legame con la storia del luogo, aggiungendo una nota cromatica significativa per la città di Sesto. La scelta dei progettisti è stata quella di creare una sinergia tra elementi in acciaio, legno lamellare e cemento armato. Fulcro della composizione è il ponte in acciaio, a due livelli sovrapposti, che unisce i due corpi parallelepipedi destinati agli uffici. Il suo volume si staglia imponente tra le due ali, diventando punto focale di questa composizione, che si inserisce perfettamente in un lotto di dimensioni contenute (28mila mq). La sua struttura portante in acciaio vede l’impiego di un cassone di 7 m x 3,5 m, con diagonali in tubo di diametro 219 mm e 244 mm, adeguatamente nervate. Oltre alle due travi reticolari parallele iperstatiche (briglie in profilo serie HE S355 JO, diagonali in sezione circolare cava), sono stati realizzati in acciaio anche gli impalcati con travi alveolari piolate e lamiera grecata collaborante. Una scelta dei progettisti, dettata dalle particolari esigenze statiche di questa struttura, visto che il ponte composto da 2 piani è alto 50 m e largo 16 m. Grazie all’impiego dell’acciaio, inoltre, è stato possibile realizzare un impalcato che non ha ingombri, così gli uffici di presentano come degli splendidi open space. Anche per l’edificio che si affaccia su Via Sacchetti è stato utilizzato l’acciaio. Infatti, i pilastri circolari sono gusci in gesso che ricoprono strutture in acciaio. Sono stati proprio i grandi sbalzi che caratterizzano questi edifici ad indirizzare i progettisti verso l’acciaio, piuttosto che ricorrere ai tradizionali elementi prefabbricati in cemento. Completano ed arricchiscono il complesso una serie di giardini pensili. La corte interna, che nasce dall’intersezione dei due imponenti prismi rettangolari, è caratterizzata dalla copertura a prato del tetto della lobby. Questa, con i suoi archi rampanti, modella l’andamento altimetrico del giardino degradante fino alla refletting pool, una sottile lamina d’acqua che aggiunge ulteriore leggerezza e trasparenza al contesto. La Campari ha così trovato una nuova sede, che parla il linguaggio della contemporaneità senza dimenticare la storia, grazie a questo intervento esemplare per scelte costruttive e filosofia aziendale.