Ponte Ciclopedonale San Michele all’Adige
In una regione che ha dato grandissima importanza al turismo sostenibile come il Trentino, si inserisce il progetto della nuova passerella ciclopedonale di San Michele all’Adige.
Credit:
- COMMITTENTE: Comune di S. Michele all'Adige (TN)
- ENTE APPALTANTE: Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Prov. Autonoma di Trento
- PROGETTO ARCHITETTONICO E STRUTTURALE: Alfonso Dalla Torre
- CONSULENZA ARCHITETTONICA: A2 Studio
- IMPRESA: ATI C.M.M. srl, Sofia Edilsonico srl
- IMMAGINI: Alfonso Dalla Torre
Il ponte presenta una campata unica con lunghezza complessiva di circa 107 m e un impalcato di larghezza utile pari a 3,2 m. La struttura portante è caratterizzata da due archi dell’altezza di 20 metri formati da 2 tubi di acciaio del diametro di 711,2 mm (28 pollici) che sostengono un sistema di sospensione a cortina. Quest’ultima è composta da una serie di pendini in acciaio a geometria radiale vagamente riconducibile ad una ruota di bicicletta. La frequenza dei cavi (con diametro di 30 mm e passo strutturale di 2,5 m) non interferisce eccessivamente con le visuali dal ponte verso l’esterno e dalle sponde la presenza dei tiranti è minimamente percepibile. Per la realizzazione del sistema portante a doppia arcata, sono stati utilizzati tubi senza saldatura in grado S460. Si tratta di un acciaio al carbonio-manganese a grano fine che ha caratteristiche di resistenza meccanica superiori rispetto agli acciai da costruzione tradizionali. L’aumento del carico di snervamento da 355 MPa a 460 MPa ha permesso di ridurre le sezioni delle arcate, consentendo a parità di sicurezza strutturale di “slanciare” maggiormente la struttura.
L’impiego dell’acciaio altoresistenziale, pur avendo un costo unitario in peso più elevato rispetto ai gradi normali, ha consentito la riduzione della quantità di materiale e del costo di trasporto semplificando inoltre le operazioni di assemblaggio e montaggio. I tubi degli archi sono stati calandrati a Genova in stabilimenti di carpenteria pesante a servizio dell’industria navale e costituiscono uno dei primi impieghi a livello nazionale di questa tecnologia. L’impalcato, in grado di sopportare il peso di un mezzo di soccorso da 120 quintali, è costituito da due travi longitudinali a sezione composta saldata agganciate ciascuna ai 31 pendini che sostengono la soletta in calcestruzzo sulla quale è appoggiato il piano di calpestio in tavole di legno dello spessore di 6 cm. E’ stato inoltre dotato di un sistema di TMD (Tuned Mass Dumpers), meccanismi in grado di smorzare eventuali oscillazioni dell’impalcato.
La geometria imposta, con una monta accentuata, ha invece l’obiettivo di rafforzare la tensione tra le due rive e consente un migliore smaltimento delle acque meteoriche. L’intera struttura è costituita da 210 tonnellate di acciaio e i due archi hanno un peso complessivo di circa 100 tonnellate. Tutte le strutture sono state protette mediante zincatura. Per il montaggio è stata impiegata una sola stilata provvisoria e due autogru, una di servizio da 70 tonnellate e una di sollevamento da 400 tonnellate a braccio variabile. Nonostante queste cifre, l’opera risulta architettonicamente leggera e, oltre a unire due comunità, rappresenta un ulteriore tassello per la mobilità e per la promozione turistica di un territorio ricco e vivace.