Pilgrim’s House
Concepita per oscillare tra contemporaneità e storia antica la Pilgrims’ House è una dimora-museo realizzata nei pressi delle rovine di un castello del XIV secolo, in una vallata a sud-est dell’Estonia.
Credit:
- COMMITTENTE: Vastseliina Piiskopilinnuse SA
- PROGETTO: Argus, Lumia
- TEAM DI PROGETTO: Margit Argus, Kaiko Kerdmann, Toomas Adrikorn, Margit Aule, Laura Ojala
- DESIGN D'INTERNI E GENERALE: Katri Haarde
- GENERAL CONTRACTOR: Eviko
- IMMAGINI: Terje Ugandi, Maris Tomba
Recuperato il castello e rifunzionalizzato come centro espositivo, l’afflusso di visitatori ha reso necessario un nuovo innesto. Nasce così la Casa dei Pellegrini che morfologicamente assume la presenza storica del luogo, sia come posizione, in prossimità dei fiumi, sia come scenario pittoresco. L’edificio è infatti celato da un piccolo bosco e assume un tono meditativo con un tocco di modernismo contemporaneo dato dai rivestimenti in pannelli di acciaio autopatinabile.
La dimora è posta su un pendio e si sviluppa su due livelli. Il primo è quasi completamente nascosto dalla collina su cui si assesta il secondo piano, che s’innalza a quota 5 metri ed è punto d’ingresso per i visitatori. Il contesto paesaggistico è quello dei ripidi pendii delle valli glaciali scavate dal fiume Piusa e dal torrente Meeksi, elementi che gli architetti hanno voluto sottolineare con appositi affacci dalla Casa dei Pellegrini. Il progetto architettonico si è basato sul cercare di bilanciare antico e moderno; l’imitazione dell’atmosfera storica offre però qualcosa di inaspettato e di tangibile. Internamente è evidente il richiamo al periodo medioevale, con stanze a grande altezza, porte di grandi dimensioni, pareti con elementi murari intonacati a vista. Il sistema costruttivo differisce invece da quello in muratura tipico delle costruzioni medioevali: le strutture sono realizzate in acciaio con tamponamenti a secco.
Nell’area visitatori sono presenti colonne tubolari in acciaio intonacate di bianco, mentre al piano sottostante elementi in carpenteria metallica fanno da contraltare a solai prefabbricati. Controventi di parete sono celati all’interno delle strutture. L’andamento dei prospetti segue un doppio approccio: ai visitatori si propone come un parallelepipedo lineare; tuttavia, nella porzione retrostante e verso i corsi d’acqua la pianta è estremamente articolata. Per le aperture si è optato per piccole finestre nelle pareti per lo più cieche, a ricordare nuovamente le architetture medioevali. Non mancano però finestre più grandi, in presenza di punti panoramici.
Grande protagonista immediatamente distinguibile è il rivestimento in acciaio autopatinabile resistente alla corrosione atmosferica; in pannelli di dimensioni variabili ed orientati generalmente in modo orizzontale diviene tutt’uno con i mattoni rossi ed il granito delle rovine del castello ancora visibili. Sorretti da una sottostruttura in acciaio, i pannelli presentano un differente grado di colorazione, in ragione dell’ossidazione e della patina impermeabile di autoprotezione generata dal materiale stesso. L’estetica generale monocromatica lascia che il vecchio e il moderno si fondano l’uno con l’altro ed il risultato finale è quello di un’armonia compositiva. Lungi da creare un centro visitatori dal forte impatto e di rottura con il nucleo storico, gli architetti hanno adagiato sulla collina un volume che s’impone delicatamente pur nella sua modernità.