Palazzo Ex Unione Militare
Può oggi realisticamente un edificio costituire l’esatto perfezionamento di un progetto? E’ così se si considerano la “Nuvola” e la “Lanterna” realizzate da Stahlbau Pichler per Fuksas. Griffe dello Studio, il diamante in vetro e acciaio a geometria variabile incastonato sulla sommità del Palazzo dell’ex Unione Militare, ben si inserisce nel centro storico della Capitale. Il progetto nel suo complesso è un’architettura che denuncia la propria epoca, dimostrando l’importanza, anche per la Città Eterna, di costruire una modernità che dialoghi con il passato affermando il valore di se stessa.
Credit:
- COMMITTENTE: Sigi srl
- PROGETTO ARCHITETTONICO: Massimiliano e Doriana Fuksas
- PROGETTO STRUTTURALE: Tecnobrevetti srl, Esa Engineering
- REALIZZAZIONE STRUTTURE E FACCIATE NUVOLA E LANTERNA: Stahlbau Pichler srl
- IMPRESA: CEV spa
- IMMAGINI: Gianni Basso (fotografie del finito); Stahlbau Pichler srl (fotografie di cantiere)
Il progetto nel suo complesso è un’architettura che denuncia la propria epoca, dimostrando l’importanza, anche per la Città Eterna, di costruire una modernità che dialoghi con il passato affermando il valore di se stessa. Il Palazzo è stato costruito nei primi del ‘900 e si sviluppa su quattro piani destinati ad attività commerciali. Il progetto di recupero ha proposto due approcci: leggero sulla pelle dell’edificio, ingegneristico per la struttura interna (denominata “Lanterna”) e per la copertura (denominata “Nuvola”).
Un’importante modifica ha riguardato la realizzazione della struttura centrale in acciaio che, partendo dal basso dell’edificio, si innalza e attraversa i quattro piani, emergendo nella parte superiore con la copertura di una terrazza panoramica di circa 300 mq. Due le tipologie di vetri impiegate: per la Nuvola un doppio vetro altamente selettivo, per la Lanterna vetrate a singolo strato; entrambi gli elementi vetrati sono costituiti da circa 1.000 moduli triangolari, ognuno dei quali di dimensioni differenti, che coprono circa 2.000 mq di superficie. Interessante la tecnologia costruttiva adottata: una struttura resistente grazie alla sua forma, non per le sezioni dei profili ma per il concetto mediato dalle strutture spingenti tipiche degli antichi archi romani. Nel dettaglio, le superfici vetrate sono sostenute da aste rigide in acciaio, costituite da profili laminati su misura in S275 e S355. Di fondamentale importanza nella gestione di tutte le fasi del processo, dalla modellazione al calcolo strutturale, dagli acquisti alla produzione, è stato l’utilizzo della piattaforma Bim (Building Information Modeling) che favorisce il rapporto di collaborazione tra clienti e fornitori esterni riducendo i costi finali.
Da un punto di vista architettonico la struttura è immediatamente divenuta un landmark contemporaneo e un toponimo riconosciuto; in copertura è alta 8 m dal piano di calpestio e la sua geometria a base triangolare contiene i collegamenti verticali, i vani di servizio, i vani accessori e parte degli impianti. Il vuoto a tutt’altezza così generato consente la vista dei vari piani, ognuno dei quali apre al pubblico uno spazio contraddistinto da pavimenti decorati con “bolle” di diversa grandezza e colore, dalle tonalità rosso, arancio e viola su base di colore bianco. Il piano terra, pensato per ospitare un grande bazar, è anche uno spazio aperto e permeabile che collega via Tomacelli con l’adiacente piazza. Anche gli arredi sono stati disegnati dallo Studio Fuksas, prevalentemente in vetroresina e privilegiando linee fluide.
Una scala con gradini in vetro illuminati da led e con superfici specchianti completa il design degli interni e collega gli spazi. Una pavimentazione vetrata al piano terra consente infine la vista su alcuni resti archeologici venuti alla luce durante il corso dei lavori.