Palahockey
Il progetto del Palahockey poneva innanzitutto un obiettivo: la ridefinizione dello scenario spaziale urbano, nel passaggio di questa parte di città dalla conformazione dei mondiali di calcio del 1934 a quella per le olimpiadi invernali del 2006.
Credit:
- COMMITTENTE: Agenzia Torino 2006
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Arata Isozaki, P.Maggiora
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Arup
- IMPRESA: Torno Internazionale spa
- COSTRUTTORE METALLICO: Lorenzon Techmec System spa
- IMMAGINI: Claudio Agnese - Agenzia Torino 2006 (cantiere), Daniele Badolato (finito)
L’elemento emergente rimane la torre esistente, il vecchio stadio definisce la linea limite dell’orizzonte costruito (15 metri) al quale si adegua l’impianto volumetrico del nuovo palahockey per definire una dialettica tra il vecchio e il nuovo. I materiali e le proporzioni diventano gli strumenti di questo dialogo: la forma tondeggiante e sorda di cemento dello stadio acquista nuova vitalità colloquiando con lo squillante acciaio inox del parallelepipedo, di 183×100 metri, sospeso su una base alta 5 metri e vetrata verso il parco, del nuovo impianto.
Il nuovo palahockey è stato pensato con grande attenzione all’uso post-olimpico, prevede una capienza di 12.332 posti ed i percorsi sia del pubblico sia degli atleti sono studiati nel rispetto dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Nella città industriale di Torino nasce una sorta di “fabbrica degli avvenimenti”, realmente progettata per una pressoché infinita potenzialità d’uso futura attraverso solai e tribune mobili che permettono di modificare la distribuzione degli spazi interni per adattarli a numerosi usi. L’edificio è articolato su quattro livelli, per ridurre al massimo l’altezza dell’edificio la pista di hockey è stata posizionata a quota –7,50m (a questo livello a -3.75 troviamo le zone destinate agli atleti, tribune ed a diversi locali di servizio). Le tribune si sviluppano in parte interrate e in parte fuori terra. Gli spazi fuori terra a quota 0,00 sono destinati agli accessi, alle zone di distribuzione, alle tribune e a spazi per la movimentazione delle tribune mobili infine a quota + 6,00 sono completamente destinati al pubblico. Le strutture dei vani interrati sono in cemento armato. Solo le otto colonne principali in acciaio scendono fino alle fondazioni (-10m), il resto delle strutture metalliche parte da +0.00. La copertura è formata di una struttura reticolare in acciaio a doppio passo di 5.4m, composta da tre campate, con luce centrale di 90m. Per l’esecuzione sono stati eseguiti dei conci prefabbricati assemblati “in loco”, con nodi a fazzoletto. Completano la copertura la lamiera grecata, gli strati isolanti, i pannelli di alluminio di rivestimento ed i grandi lucernari. Internamente è controsoffittata con lamiera stirata di acciaio verniciato. La copertura contiene numerosi ballatoi per la manutenzione ed i servizi.
Pilastri di acciaio sono disposti parallelamente al perimetro della copertura centrale e sono collegati a essa da travi in acciaio che proseguono a sbalzo per creare il volume in inox aggettante. Le travi di sostegno del ballatoio a +6.00m sono appoggiate alle colonne e collegate alla struttura reticolare superiore mediante tiranti, i quali sostengono anche il “curtain wall” esterno ed interno del volume inox. Le quattro grandi colonne agli angoli sono utilizzate per contenere i condotti dell’aria. I prospetti esterni propongono il concetto di scatola rettangolare in inox con finiture opache e bugnature che conferiscono un effetto “vibrante alla facciata” . I panelli sono disposti in modo sfalsato e irregolare, con una ampia gamma di finestrature.