Ospedale di Pistoia
Partire da un’attenta ricerca sul rapporto malattia-spazio vissuto, inteso come ambito che può generare sensazioni di benessere o disagio, contribuendo fortemente al processo terapeutico: è stato questo il primo passo che ha portato l’architetto Giannantonio Vannetti a definire il progetto del nuovo Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia.
Credit:
- COMMITTENTE: Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Studio Vannetti - Morici (Arch. G. Vannetti, Arch. E. Morici)
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Studio Ing. Mario Bechi, Ing. Andrea Melani
- IMPRESA: Cooperativa Muratori e Sterratori e Affini srl
- Carpenteria Metallica: Gruppo Elle snc
- IMMAGINI: Le fotografie sono state fornite dallo Studio Vannetti
Riconosciuto nel 2005 dall’associazione americana “Center for Health Design” come uno tra i migliori edifici del settore, il padiglione è un’architettura che fa dei materiali, delle forme e dei colori uno strumento di comunicazione continua con i pazienti. La forma ellittica, associata ad asimmetrie sia in pianta sia in elevazione, ha risposto al desiderio di distinguere questo edificio dal contesto e differenziarlo dall’area ospedaliera, dando vita ad un luogo di serena frequentazione e di facile accessibilità. Il lotto si trova infatti in posizione marginale all’interno dell’area ospedaliera, in una zona priva di identità architettonica.
Due i corpi di fabbrica del nuovo complesso. Il vero e proprio padiglione dialisi, di forma ellittica, ha un solo piano e, oltre ad essere aperto al verde esterno, è costruito attorno ad un giardino interno. Qui si apre quello che è stato chiamato lo “spazio del sè”: un luogo che fa della natura un vero e proprio strumento terapeutico. Questo spazio, chiuso da una struttura in acciaio e vetro, rappresenta il cuore del progetto: della sua organizzazione spaziale e dei valori che ne hanno guidato la realizzazione.
La forma curva dell’edificio si contrappone alla rigida perpendicolarità dell’ospedale, alludendo virtualmente ad un grande abbraccio. Trasparenza, luce e leggerezza caratterizzano anche l’interno, concepito come uno spazio aperto, che facilita la collaborazione tra il personale medico, e crea per il malato un piacevole comfort visivo, consentendo vari punti di vista. L’altro fabbricato, a due piani, ospita i servizi e gli ambulatori ed è collegato alla sala dialisi da tre volumi contenenti gli spogliatoi. Anche in questo caso la struttura portante in carpenteria metallica, realizzata tramite elementi solo perimetrali, ha permesso di organizzare in modo flessibile la distribuzione interna.
In questo progetto, in cui lo spazio fisico non prescinde da quello mentale, l’architettura raggiunge quell’equilibrio con l’ambiente e con le necessità dell’uomo, che è poi l’essenza del costruire.