Nuovo Terminal AV Torino Porta Susa
Una galleria di acciaio e vetro lunga 385 m, quanto un FrecciaRossa e larga 30: è stata inaugurata a gennaio ed è la nuova stazione AV di Torino Porta Susa. Un progetto imponente, una città nella città, nata dalla collaborazione tra il GRUPPO AREP (Jean-Marie Duthilleul e Etienne Tricaud), Silvio D’Ascia e Agostino Magnaghi.
Credit:
- COMMITTENTE: RFI - Ferservizi (Gruppo Ferrovie dello Stato)
- PROGETTO ARCHITETTONICO: AREP (Capogruppo), Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Silvio d'Ascia Architecte in associazione con Agostino Magnaghi
- PROGETTO STRUTTURALE: Arep Ingegnerie, MAP3 [acciaio], SI.ME.TE. [c.a.]
- COSTRUTTORE METALLICO: BIT Costruzioni spa
- FACCIATE: CIMA srl
- IMPRESA: CESI soc. coop., COGEL spa, PIVATO spa
- IMMAGINI: Michele D'Ottavio (vista notturna), Mathieu Vigneau, Silvio D'Ascia Architecte
Il nuovo Terminal Frecce è un emblema della contemporaneità: materiali leggeri, pulizia delle forme, efficienza energetica. Reinterpretazione delle gallerie urbane e delle grandi hall delle stazioni, questo imponente volume, nella sua trasparenza e nella capacità di interagire con lo spazio urbano, è già divenuto un landmark nella città. Il maestoso scrigno di cristallo e acciaio è stazione ma anche continuum spaziale, passaggio, catalizzatore di nuove funzioni e servizi. La sua realizzazione è stata una sfida geometrico-strutturale: 113 arconi di acciaio, posti simmetricamente lungo un asse longitudinale ad un passo costante di 3.6 m.
Per rispettare la composizione architettonica sinusoidale, ogni elemento è stato realizzato con forma geometrica differente: altezza, larghezza, raggi di curvatura non sono praticamente mai gli stessi. Questo tipo di andamento ha richiesto uno studio approfondito di tutte le zone di giunto e soprattutto dei collegamenti degli arcarecci di copertura tra arcone e arcone. Questi, infatti, subiscono una torsione lungo il proprio asse, causata dal diverso piano di appoggio che si viene a creare. Ognuno di essi è costituito dalle cerniere di base e da cinque macro-elementi giuntati tra loro: due piedritti, due archi laterali e l’arco di colmo. 3.000 le tonnellate di acciaio impiegate, che hanno consentito di realizzare un involucro trasparente, con una pelle di vetro di 15.000 mq. Questa superficie è interamente coperta da cellule fotovoltaiche monocristalline, posizionate tra i due strati di vetro e in grado di produrre 680.000 KVH/anno. La loro funzione è anche quella di fare da schermo al sole e ottimizzare quindi il comfort degli interni. I pannelli di vetro sono distanziati tra loro di circa 40mm per consentire la ventilazione naturale, nonché per integrarsi con le cellule fotovoltaiche. Sempre grazie alla trasparenza, è stato possibile inserire nella galleria una fitta vegetazione, in grado di creare ombreggiature oltre che una piacevole sensazione di comfort.
Vincitore del premio Eurosolar 2012, il progetto ha il proprio punto di forza nella leggerezza della struttura che ha consentito la realizzazione della pelle vetrata e a risparmio energetico, in grado di recuperare parte del fabbisogno elettrico dell’intero corpo stazione.