I 3 ponti di Calatrava a Reggio Emilia
Forma, materiali, struttura: le soluzioni adottate nella realizzazione dei 3 ponti strallati convergono nella concretizzazione di un progetto che rilancia l’identità di Reggio Emilia, ridefinendo la sua immagine e riqualificando il nodo strategico dell’intero sistema viario.
Credit:
- PROGETTISTA ARCHITETTONICO: Santiago Calatrava Valls
- PROGETTISTA STRUTTURALE: Santiago Calatrava LLC
- IMPRESA: CEPAV Uno, Rodano Consortile scarl
- COSTRUTTORE METALLICO: Cimolai spa
- IMMAGINI: Andrea Raffin (finito), Enrico Morosini, Cimolai spa (cantiere)
Sospesi sulla pianura.
3 magnifiche opere di architettura e ingegneria, in cui si fondono forza strutturale ed effetto scenografico: sono i 3 ponti realizzati a Reggio Emilia su progetto di Santiago Calatrava e destinati a cambiare il volto dell’area nord della città. Primo in ordine di tempo ad essere stato realizzato è il ponte che collega il centro urbano con l’area a nord dell’autostrada e della futura linea Alta Velocità. 221m di lunghezza e oltre 25 di larghezza definiscono una sagoma che raggiunge il suo apice ad un’altezza di 46m. L’acciaio è il vero protagonista di questa spettacolare architettura, la cui parte strutturale si compone di un cassone centrale, di un pilone ad arco, delle travi a sbalzo e delle coppie di stralli che, oltre a svolgere una funzione importante dal punto di vista statico, costituiscono uno degli elementi più espressivi dell’intera composizione. Sono in cemento armato, invece, le due spalle simmetriche su cui poggia la struttura. 4 le corsie veicolari (3,5m ciascuna) a cui si aggiungono le banchine laterali che fanno da corsie di emergenza e 2 corsie ciclopedonali (una per lato) larghe 2m e pavimentate con vetro laminato. Il tutto poggia su una serie di costole a sbalzo, collegate al cassone centrale in acciaio. Quest’ultimo è sorretto dal pilone ad arco tramite coppie di cavi. E’ proprio grazie a questi stralli in acciaio che l’arco riesce a reggere l’intero peso del ponte: 4mila tonnellate della struttura, a cui bisogna aggiungere i carichi dell’asfalto, dei guard-rail e degli impianti, per un totale di circa 6mila tonnellate. Colore e illuminazione sono stati studiati per enfatizzare le peculiarità costruttive ed estetiche dell’intera struttura, che riesce ad esprimere, così, la sua decisa personalità. Protagonista assoluto: il bianco, che esalta la purezza del disegno, l’eleganze delle sue linee e l’intera sagoma in acciaio. Risultato: il ponte appare come sospeso nel paesaggio piatto della pianura padana. Un effetto a cui concorre anche l’illuminazione, che infatti agisce dall’alto verso il basso.
I ponti laterali
Lateralmente al ponte di scavalcamento ne sono stati realizzati altri due, tra loro identici, che completano il sistema di viabilità tra il ramo nord della tangenziale e la nuova stazione Alta Velocità. Come quello centrale, anche questi ponti sono strallati, ma qui il pilone ad arco si sviluppa perpendicolarmente al senso di marcia. 179m di luce e 70 di altezza prendono forma in una sagoma dalla geometria essenziale. Dal pilone partono anche in questo caso le coppie di cavi che sostengono il cassone centrale, su cui poggiano le carreggiate. Qui, però, le 26 coppie di stralli collegano l’arco ad un asse perpendicolare, dando vita ad una particolarissima forma iperbolica. I due ponti hanno una corsia per ogni senso di marcia e sono larghi 15m. Anche nel loro caso, il materiale scelto da Calatrava è stato l’acciaio, mentre le spalle sono in cemento armato. La colorazione bianca e l’illuminazione, simili a quelle del ponte centrale, amplificano l’effetto scenografico, percepito sia nella singolarità di ciascuna struttura, sia come insieme armonico, nella successione delle tre magnifiche sagome.