Centro San Giovanni di Dio
Nell’ambito del progetto di riqualificazione funzionale ed energetica dell’intero Centro San Giovanni di Dio a Brescia, è stato completato dopo 19 mesi il primo padiglione che ospita le nuove Comunità Protette per disabili mentali. Il complesso, con sviluppo planimetrico a “π”, è strutturalmente suddiviso in tre parti, il corpo principale adibito a servizi e i due corpi laterali a residenze. Il principale interessa una superficie di circa 89×12 mq e si sviluppa su due piani fuori terra, comprendendo nella zona nord un livello interrato di circa 32×16,5 mq dal quale si protende il tunnel di collegamento all’edificio esistente. I due corpi laterali, monopiano, hanno invece un’estensione planimetrica di 36,5×15,8 mq ciascuno.
Credit:
- COMMITTENTE: Provincia Lombardo Veneta - Ordine Ospedaliero S. Giovanni di Dio
- PROGETTO ARCHITETTONICO: : AIACE srl - Matteo Brasca con Marco Bonomi, Oscar Luigi Pagani, Barbara Andreoletti, Francesca Malgorani, Laura Donghi, Isabella Colombo, Marco Pesenti
- PROGETTO STRUTTURALE: GAPProgetti - Alessandro Gasparini; con Carla Ducoli, Andrea Ruggeri e Gabriella Marenda
- PROGETTO IMPIANTISTICO E ANTINCENDIO: BresciaProgetti - Roberto Zani; con Daniele Bianchi, Mauro Massari, Sandro Battaglio
- GENERAL CONTRACTOR: Luigi Cividini spa
- COSTRUTTORE METALLICO: MCP
- FOTOGRAFIE: Pietro Savorelli (fotografie del finito); AIACE srl, GAPProgetti (disegni e foto del cantiere)
L’impianto architettonico si completa con un portico le cui colonne sono realizzate con tubi in acciaio Φ273 x 10 mm e getto interno in calcestruzzo armato. Queste ultime sorreggono la copertura a sbalzo di 5 m e scaricano a terra su plinti di fondazione. La struttura della copertura del portico, considerando il suo schema statico e la sua complessità costruttiva, è stata preassemblata in officina, consentendo la verifica del corretto allineamento di tutte le parti e velocizzando così le operazioni in cantiere. I tre corpi costituenti l’edificio sono separati da appositi giunti strutturali (7 cm). La semplificazione del sistema strutturale in tre blocchi, svincolati l’uno dall’altro, garantisce una migliore risposta antisismica, grazie alla necessità di minori controventamenti e alla loro migliore efficienza e minore deformazione della struttura nel suo complesso. La maglia strutturale adottata è semplice e regolare, con luci mediamente intorno ai 6 metri.
Gli orizzontamenti fuori terra sono stati realizzati con struttura mista acciaio-calcestruzzo: lamiera grecata, di altezza 5,5 cm e spessore 0,7 mm, e getto collaborante da 5,5 cm. La regolarità geometrica della maglia strutturale ha permesso di preforare le lamiere grecate dei solai così da poterle inserire rapidamente in corrispondenza dei pioli connettori presaldati alle travi. La solidarizzazione tra telaio in acciaio e getto strutturale del solaio è garantita dalla presenza di pioli connettori presaldati sulle ali delle travi in corrispondenza di ogni gola della lamiera metallica.
Il telaio di copertura è composto dalla struttura principale in profili HEA 400 (interasse dei pilastri 6,5 e 5 m) e secondaria in IPE 300 (ad eccezione delle travi di bordo HEA 260), disposte con un passo di circa 1 m. L’utilizzo di profili più alti e più fitti per la copertura ha consentito di realizzare luci di 13 metri circa, permettendo lo sfruttamento di ambienti ampi senza l’intralcio di pilastri interni e senza appesantire eccessivamente il peso proprio della copertura: un solaio tradizionale in latero-cemento avrebbe avuto un peso 4 volte superiore. La ricerca di un edificio estremamente orientato al contenimento dei consumi energetici ha considerato i fondamentali principi della progettazione sostenibile e della tecnologia stratificata a secco in acciaio. Per garantire un comportamento spontaneo, il più possibile passivo, sono stati considerati l’orientamento, gli apporti solari gratuiti, le prestazioni dell’involucro, le schermature, la ventilazione naturale, le più efficienti tecnologie impiantistiche e l’utilizzo di fonti rinnovabili.