Architetture in Acciaio n° 27
La rivista italiana dell’architettura e delle costruzioni in acciaio
In questo numero
Acciaio: dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Ambientale
Disegnare il territorio in cui abitiamo è un atto vitale per l’ambiente. L’architettura non soltanto si occupa di dare forma a spazi, ma di costruire la piattaforma per far nascere e crescere le nostre comunità.
L’architettura ha una forte responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle comunità che insedia. Pensare edifici inseriti a pieno titolo in un processo circolare della materia e dell’energia è un passaggio cruciale, per rendere sostenibili gli insediamenti umani e per renderli riutilizzabili e flessibili.
Gli edifici, così come le automobili, dovrebbero essere pensati per componenti realizzati off site, assemblati in opera ed a fine vita (del componente o dell’edificio) riciclati. Dunque, assemblare piuttosto che cementare. Una parola d’ordine che spinge il nostro mestiere verso l’uso di tecnologie a secco in cui il ruolo dell’acciaio è cruciale. L’acciaio è il materiale che ha permesso all’architettura di smaterializzarsi spogliandosi delle corpose masse murarie e di progettare spazi dalle dimensioni inaspettate. L’acciaio, materiale della rivoluzione industriale, ora deve puntare ad essere il materiale della rivoluzione ambientale.
Spesso nelle nostre architetture facciamo largo uso dell’acciaio. L’uso dell’acciaio oltre che scelta tecnica diventa anche scelta di design e componente del processo di progettazione in BIM (building information modeling), tecnica che consente di montare (e smontare) l’edifico in tutte le sue componenti e di poterle gestire in tutta la filiera: produzione, assemblaggio, messa in esercizio, smaltimento/smontaggio/riciclo.
In una delle nostre ultime realizzazioni, il quartier generale SPG a Ginevra, tutto il nuovo edificio è stato progettato e realizzato in officina, in Italia, trasportato sul sito, in Svizzera, ed assemblato in opera. Tutti i componenti architettonici garantiscono un’alta efficienza energetica del sistema involucro/edificio ed al contempo potranno essere smontati e riciclati. Alla struttura in acciaio si ancora un pacchetto di chiusura composto da una camera calda con triplo vetro, affiancata da una camera aerata, con all’interno il dispositivo di regolazione della luce, e da una sequenza di lame in vetro serigrafato: una “finestra aumentata”.
Una filiera simile è stata adottata nell’edificio/macchina Powerbarn a Ravenna; l’imponente corpo caldaia e linea fumi (lungo circa 110 metri ed alto 50) ha una struttura completamente in acciaio con involucro in pannelli metallici preverniciati su cui è montata una pelle lignea. Si tratta di un rivestimento ad alto contenuto tecnologico, una sorta di “legno armato”. Tutte le lame in legno sono state studiate per avere una sottostruttura in acciaio che permette di aumentare le prestazioni meccaniche dei singoli elementi ed allo stesso tempo diminuire lo spessore del legno naturale. Una scelta tecnologica con un risvolto ecologico e di sosteniblità ambientale. L’acciaio della sottostruttura delle lame lignee non viene nascosto, ma, a seconda delle angolazioni delle facce poliedriche diventa visibile e crea un contrasto materico con il colore caldo del legno.
Le scelte tecniche e le soluzioni estetiche corrono sempre in parallelo, l’una informa l’altra, il progetto è il risultato di questo continuo processo di trasposizione.
Giovanni Vaccarini, Giovanni Vaccarini Architetti
Acciaio: dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Ambientale
Disegnare il territorio in cui abitiamo è un atto vitale per l’ambiente. L’architettura non soltanto si occupa di dare forma a spazi, ma di costruire la piattaforma per far nascere e crescere le nostre comunità.
L’architettura ha una forte responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle comunità che insedia. Pensare edifici inseriti a pieno titolo in un processo circolare della materia e dell’energia è un passaggio cruciale, per rendere sostenibili gli insediamenti umani e per renderli riutilizzabili e flessibili.
Gli edifici, così come le automobili, dovrebbero essere pensati per componenti realizzati off site, assemblati in opera ed a fine vita (del componente o dell’edificio) riciclati. Dunque, assemblare piuttosto che cementare. Una parola d’ordine che spinge il nostro mestiere verso l’uso di tecnologie a secco in cui il ruolo dell’acciaio è cruciale. L’acciaio è il materiale che ha permesso all’architettura di smaterializzarsi spogliandosi delle corpose masse murarie e di progettare spazi dalle dimensioni inaspettate. L’acciaio, materiale della rivoluzione industriale, ora deve puntare ad essere il materiale della rivoluzione ambientale.
Spesso nelle nostre architetture facciamo largo uso dell’acciaio. L’uso dell’acciaio oltre che scelta tecnica diventa anche scelta di design e componente del processo di progettazione in BIM (building information modeling), tecnica che consente di montare (e smontare) l’edifico in tutte le sue componenti e di poterle gestire in tutta la filiera: produzione, assemblaggio, messa in esercizio, smaltimento/smontaggio/riciclo.
In una delle nostre ultime realizzazioni, il quartier generale SPG a Ginevra, tutto il nuovo edificio è stato progettato e realizzato in officina, in Italia, trasportato sul sito, in Svizzera, ed assemblato in opera. Tutti i componenti architettonici garantiscono un’alta efficienza energetica del sistema involucro/edificio ed al contempo potranno essere smontati e riciclati. Alla struttura in acciaio si ancora un pacchetto di chiusura composto da una camera calda con triplo vetro, affiancata da una camera aerata, con all’interno il dispositivo di regolazione della luce, e da una sequenza di lame in vetro serigrafato: una “finestra aumentata”.
Una filiera simile è stata adottata nell’edificio/macchina Powerbarn a Ravenna; l’imponente corpo caldaia e linea fumi (lungo circa 110 metri ed alto 50) ha una struttura completamente in acciaio con involucro in pannelli metallici preverniciati su cui è montata una pelle lignea. Si tratta di un rivestimento ad alto contenuto tecnologico, una sorta di “legno armato”. Tutte le lame in legno sono state studiate per avere una sottostruttura in acciaio che permette di aumentare le prestazioni meccaniche dei singoli elementi ed allo stesso tempo diminuire lo spessore del legno naturale. Una scelta tecnologica con un risvolto ecologico e di sosteniblità ambientale. L’acciaio della sottostruttura delle lame lignee non viene nascosto, ma, a seconda delle angolazioni delle facce poliedriche diventa visibile e crea un contrasto materico con il colore caldo del legno.
Le scelte tecniche e le soluzioni estetiche corrono sempre in parallelo, l’una informa l’altra, il progetto è il risultato di questo continuo processo di trasposizione.
Giovanni Vaccarini, Giovanni Vaccarini Architetti
Disegnare il territorio in cui abitiamo è un atto vitale per l’ambiente. L’architettura non soltanto si occupa di dare forma a spazi, ma di costruire la piattaforma per far nascere e crescere le nostre comunità.
L’architettura ha una forte responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle comunità che insedia. Pensare edifici inseriti a pieno titolo in un processo circolare della materia e dell’energia è un passaggio cruciale, per rendere sostenibili gli insediamenti umani e per renderli riutilizzabili e flessibili.
Gli edifici, così come le automobili, dovrebbero essere pensati per componenti realizzati off site, assemblati in opera ed a fine vita (del componente o dell’edificio) riciclati. Dunque, assemblare piuttosto che cementare. Una parola d’ordine che spinge il nostro mestiere verso l’uso di tecnologie a secco in cui il ruolo dell’acciaio è cruciale. L’acciaio è il materiale che ha permesso all’architettura di smaterializzarsi spogliandosi delle corpose masse murarie e di progettare spazi dalle dimensioni inaspettate. L’acciaio, materiale della rivoluzione industriale, ora deve puntare ad essere il materiale della rivoluzione ambientale.
Spesso nelle nostre architetture facciamo largo uso dell’acciaio. L’uso dell’acciaio oltre che scelta tecnica diventa anche scelta di design e componente del processo di progettazione in BIM (building information modeling), tecnica che consente di montare (e smontare) l’edifico in tutte le sue componenti e di poterle gestire in tutta la filiera: produzione, assemblaggio, messa in esercizio, smaltimento/smontaggio/riciclo.
In una delle nostre ultime realizzazioni, il quartier generale SPG a Ginevra, tutto il nuovo edificio è stato progettato e realizzato in officina, in Italia, trasportato sul sito, in Svizzera, ed assemblato in opera. Tutti i componenti architettonici garantiscono un’alta efficienza energetica del sistema involucro/edificio ed al contempo potranno essere smontati e riciclati. Alla struttura in acciaio si ancora un pacchetto di chiusura composto da una camera calda con triplo vetro, affiancata da una camera aerata, con all’interno il dispositivo di regolazione della luce, e da una sequenza di lame in vetro serigrafato: una “finestra aumentata”.
Una filiera simile è stata adottata nell’edificio/macchina Powerbarn a Ravenna; l’imponente corpo caldaia e linea fumi (lungo circa 110 metri ed alto 50) ha una struttura completamente in acciaio con involucro in pannelli metallici preverniciati su cui è montata una pelle lignea. Si tratta di un rivestimento ad alto contenuto tecnologico, una sorta di “legno armato”. Tutte le lame in legno sono state studiate per avere una sottostruttura in acciaio che permette di aumentare le prestazioni meccaniche dei singoli elementi ed allo stesso tempo diminuire lo spessore del legno naturale. Una scelta tecnologica con un risvolto ecologico e di sosteniblità ambientale. L’acciaio della sottostruttura delle lame lignee non viene nascosto, ma, a seconda delle angolazioni delle facce poliedriche diventa visibile e crea un contrasto materico con il colore caldo del legno.
Le scelte tecniche e le soluzioni estetiche corrono sempre in parallelo, l’una informa l’altra, il progetto è il risultato di questo continuo processo di trasposizione.
Giovanni Vaccarini, Giovanni Vaccarini Architetti