Architetture in Acciaio n° 35

La rivista italiana dell’architettura e delle costruzioni in acciaio

La Tecnica ha ampliato i confini della Poesia

La tecnica ha ampliato i confini della poesia.
In ogni istante, dall’avanzata della tecnica, scaturiscono sogno e poesia
Le Corbusier

L’introduzione di nuove tecnologie nella produzione industriale ha favorito un fenomeno di mutamento e di evoluzione nella formulazione di nuovi linguaggi costruttivi in campo architettonico. Il progetto – la sua composizione – è, infatti, fortemente legato al materiale e alle sue capacità espressive.

L’acciaio – grazie alle sue caratteristiche di leggerezza e flessibilità – consente di realizzare ambienti estremamente liberi in pianta e in facciata. Il telaio strutturale si svincola dalla partizione interna e dal tamponamento permettendo una libertà di esplorazione spaziale, per andare alla ricerca di relazioni e tensioni con il contesto.

L’edificio per uffici di Furla Headquarters è stato progettato per avere estrema flessibilità di layout, alternando liberamente luoghi per il lavoro, patii verdi e spazi di relazione. I patii verdi favoriscono la permeabilità fra interno ed esterno, fra architettura e paesaggio. Tale dialogo è assicurato anche dalle facciate vetrate e scandite da lamelle verticali in acciaio che hanno la funzione di mediare la luce solare.

Acciaio, infatti, non significa solo struttura. I tamponamenti di facciata si manifestano come elementi di una trama, una tessitura per parti in cui prende vita un ritmo, una partitura, che definiscono l’identità dell’edificio.

Talvolta accade che il volume edilizio si smaterializzi lasciando esposta la sola struttura, con le sue linee e contorni visibili, come uno scheletro. Si tratta di cornici aperte che mettono in comunicazione l’architettura con il paesaggio e che determinano dove e cosa far vedere del dentro e del fuori.

Sebbene l’architettura non possa escludere o ignorare le logiche ingegneristiche o economiche, può allo stesso tempo tendere all’astrazione formale data dall’uso dei materiali, del colore, dei volumi e delle linee, per raggiungere un “infinito senza tempo”.

Il bianco e il nero – colori che caratterizzano i volumi edilizi di Furla come gran parte dei progetti GEZA – tendono a definire con chiarezza i rapporti tra forme e volumi, anche in relazione al contesto. I corpi industriali “vestiti” di nero si integrano perfettamente quando dialogano con il paesaggio naturale. Il nero, infatti, in architettura ha molte sfumature, definisce i rapporti tra superfici opache e lucide, consente un grande assorbimento della luce e grandi riflessi, profondità intense e specchi luminosi.

L’architettura deve tenere insieme diverse scale di lettura, dalla vista generale ai dettagli più piccoli. Avvicinandoci a un edificio da lontano, spostiamo gradualmente la nostra attenzione dall’insieme al dettaglio. Più ci avviciniamo, più il dettaglio acquista importanza. I dettagli sono subordinati all’intera composizione, tanto che spesso si fondono completamente con la forma architettonica più grande al punto che può risultare difficile separarli.

Il monocromo, l’attenzione al dettaglio e la sintesi delle forme fanno parte del desiderio di chiarezza dei nostri lavori, in cui i materiali – come l’acciaio – sono normalmente utilizzati nella loro natura più pura. Si tratta di definire gesti semplici: orizzontale e verticale, ripetizione e ritmo, luce e ombra, linea retta e linea curva, segni colorati e segni neutri che ristabiliscono un equilibrio tra architettura e paesaggio.

 

Elisa Mansutti, Architetto Associato Geza