Centrale Albapower

L’impianto è composto da una turbina a gas della General Electric, di derivazione aeronautica, in grado di sprigionare una potenza di 41.650 kW elettrici ed è composto da un sistema (GE Sprint) atto a compensare i cali di potenza dovuti all’aumento della temperatura ambiente. La centrale è anche composta da quattro serbatoi di stoccaggio dell’acqua calda, che permettono di gestire la variabilità del carico termico della rete di teleriscaldamento, mentre la condensazione del vapore è garantita dalla presenza di una torre evaporativa che tramite il sistema wet dry ed il controllo chimico del PH dell’acqua, consente di ridurre del 50% il consumo dell’acqua industriale e di limitare il pennacchio di vapore dalla torre. Sotto il profilo ambientale, questo tipo di turbina di nuova generazione permette di ridurre di circa la metà, rispetto a una turbina tradizionale, gli ossidi di carbonio, mentre la caldaia di recupero, posta a valle della turbina a gas, concorre a dimezzare le emissioni di monossido di carbonio nell’aria. L’intero impianto è inoltre ottimizzato dall’installazione di una ulteriore turbina a vapore che utilizzando il vapore prodotto dalla caldaia di recupero genera ulteriori MW di potenza elettrica. Una struttura metallica in maglia rettangolare di circa 450 mq avvolge, nascondendoli alla vista, i quattro serbatoi per il teleriscaldamento.
La struttura è infatti predisposta per accogliere delle piante rampicanti in grado, nel tempo,
di rivestire completamente l’opera artificiale dell’uomo. L’idea estetica iniziale è stata ispirata dal territorio collinare circostante: la dolcezza delle colline viene ripresa nel disegno lineare ed arcuato delle vele che rivestono come una doppia membrana l’impianto industriale. La vicinanza anche con il fiume Tanaro e le sue sponde, altro elemento forte e caratterizzante della zona, ha suggerito la scelta dei colori: il verde della vegetazione per le sezioni inferiori ed il celeste del cielo e dell’acqua per il coronamento dell’opera.
Nella scelta dei rivestimenti si è tenuto conto della volontà degli architetti di rendere leggera e “quasi impalpabile” la nuova cortina. Per tale motivo sono state utilizzate tipologie differenti di elementi di rivestimento, sorrette da travi reticolari: le vele a “scandole” e le vele
in lamiera microforata. Le vele a “scandole”, utilizzate per le parti laterali inferiori del complesso, sono degli elementi in acciaio di circa 100×80 cm (Arval by Arcelor- Mittal serie PMA Caiman) montati e sagomati su telai metallici di circa 100 mq con sagoma variabile per un totale di dodici vele (sei per lato). La scelta di utilizzare delle pannellature cieche nasce dall’esigenza di mascherare le parti perimetrali più visibili del complesso La superficie coperta da queste “vele” è di circa 2.000 mq e la sagomatura a scandole permette quasi di “seguire” l’andamento delle colline circostanti con un risultato tecnico ed estetico decisamente di alta qualità. In questo progetto l’acciaio è protagonista della riqualificazione e della valorizzazione di un manufatto industriale con bassa valenza estetica, ma che acquisisce grazie a questo intervento un valore tecnico significativo ed un rinnovato linguaggio espressivo. La struttura, nel tempo, verrà anche dotata di un sistema di pannelli fotovoltaici, disposti sulla sommità per incrementare la produzione di energia. Un ulteriore studio estetico, ad oggi in fase di definizione, prevede l’illuminazione scenografica del complesso andando a sottolineare ed evidenziare l’aggetto delle vele, producendo un suggestivo gioco di luci ed ombre. Le luci verranno posizionate sui lati verticali delle vele a scandole e sui camini della centrale.

Cantiere & Disegni: