Istituto scolastico Giovanni Falcone

Sono numerosi gli elementi di bioarchitettura impiegati: impianti tecnologici rispondenti ai criteri di “Energy saving”, in previsione dell’attuazione del protocollo di Kyoto ed impiego dell’acciaio per fondere la memoria storica della città con una nuova realizzazione nel totale rispetto dell’ambiente. La struttura del nuovo Istituto è formata da elementi in c.a. e carpenteria metallica dove gli elementi portanti orizzontali e verticali hanno una disposizione non “regolare”. Dal piano terra si elevano due blocchi in c.a., sui quali si posiziona “a ponte” tutto il resto dell’edificio interamente in struttura metallica. Sui perimetri, “travi parete” di tipo reticolare vengono unite trasversalmente a delle travi anch’esse reticolari di 16 m di luce, che servono di appoggio ad un seconda orditura di arcarecci a sostegno del solaio in lamiera grecata tipo HI-Bond. Le controventature sono ottenute mediante setti in c.a. e travi reticolari in facciata ed interne. Il collegamento con il preesistente edificio è stato realizzato grazie ad una passerella inclinata, completamente in carpenteria metallica, montata in cantiere mediante bullonatura. La sfida più importante è stata il recupero dell’edificio esistente: una costruzione in pianta di 49 m x 28 m, formata da un piano interrato con tre piani fuori terra ed un’altezza media di circa 5 m, con copertura su due livelli e presenza sul fronte principale di due torri. Sulla struttura portante, formata da quattro telai in c.a. e perimetralmente da muri a spessore variabile da quattro a due teste in mattoni pieni, sono stati eseguiti dei rigidi controlli in modo da verificare l’idoneità statica alle future destinazioni d’uso sì da poter definire la tipologia d’intervento, oltre che la verifica di resistenza ai nuovi carichi che hanno determinato l’individuazione della nuova soluzione strutturale. Il risultato delle prove ha evidenziato l’inadeguatezza dei pilastri, delle armature longitudinali e dei solai a reggere i carichi di progetto e gli esigui copriferri delle armature non avrebbero garantito i requisiti minimi di resistenza al fuoco (R60). Pertanto è divenuto necessario provvedere ad una nuova struttura portante, capace di assorbire tutti gli sforzi ed anche le azioni orizzontali, prescindendo dagli obblighi imposti dalla Soprintendenza di conservare le strutture interne ed esterne (muri perimetrali, pilastri e travi in cemento armato), mantenendo le proporzioni delle strutture esistenti. Con queste premesse l’unica soluzione in grado di poter rispettare contemporaneamente tutte le condizioni si è dimostrata, ancora una volta, l’utilizzo dell’acciaio, materiale innovativo, in grado di soddisfare i più importanti criteri di sicurezza e qualità costruttiva, capace di distinguersi per gli elevati standard qualitativi offerti, oltre che per altri importanti pregi quali la sostenibilità ambientale, la rispondenza ai requisiti di antisismicità, la versatilità, le potenzialità architettoniche, la rapidità costruttiva e la semplicità di messa in opera. La nuova struttura portante, che prescinde dal contributo di quella esistente, è stata così realizzata in carpenteria metallica mediante i seguenti interventi:

  • “fasciatura” dei pilastri mediante lamiere in acciaio idonee a reggere da sole i carichi di progetto;
  • realizzazione di capitelli di collegamento con le travi all’altezza dei piani;
  • realizzazione dei piani mediante un reticolo di travi in acciaio, vincolate a dei nuovi setti in c.a.(ricavate su delle nicchie realizzate nei muri), con solai in lamiera grecata e soletta collaborante.

Questi sono stati solidarizzati alle travi in acciaio mediante pioli. Doveroso precisare che il progetto è stato sviluppato a ridosso dell’entrata in vigore del D.M. del 2005 (Norme Tecniche per le Costruzioni) e dell’Ordinanza n. 3274/2003, durante il periodo di coesistenza con il D.M. del 96. Si sarebbe potuto derogare al normale adeguamento sismico, ma i progettisti hanno rifiutato questa scelta progettuale, considerandola riduttiva e sposando quanto veniva definito nell’art. 2 dell’ordinanza n. 3274. L’edificio viene considerato al pari di “edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per la finalità di protezione civile”. Quindi, oltre alla destinazione d’uso quale edificio scolastico, che avrebbe fatto rientrare il fabbricato nella categoria di cui sopra, l’opera doveva risultare adeguata alle necessità di protezione civile in caso di emergenza.